La vita del precario è un continuo aprirsi e chiudersi di porte e portoni.
Una parte di queste porte si apre grazie alla buona volontà - che sfiora la testardaggine e la caparbietà - e alle capacità e competenze acquisite e quotidianamente rimesse in gioco. Altre porte, invece, si aprono e chiudono alle nostre spalle e al nostro passaggio senza che abbiamo neanche tempo e modo per accorgecene.
Talvolta ti si aprono porte davanti e ti ritrovi in progetti e percorsi fantastici e insperati, ma non saprai mai quante porte si sono dovute chiudere per poter aprire quell'uscio.
Talvolta è stata una parola, una frase che ha fatto aprire una porta, ma quella stessa parola, quella stessa frase magari chissà, una porta l'ha chiusa, per fortuna o purtroppo.
C'è una componente di fatalità nella vita del precario, essa infatti ha insieme del fato e del fatato.
Questo post dice tutto e non dice nulla, magari è esso stesso una porta per un nuovo percorso. Sicuramente è un sorriso solidale con tutti i precari che si muovono quotidianamente nel mondo spostando vento leggero che apre e chiude porte.
Questo post è un grazie ad un amico che oggi, senza saperlo, ha aperto una porta, semplicemente facendomi sentire un po' più... blogger.
quanto mi ci ritrovo...tra fato e fatato...e devo dire che questa è la cosa che più mi piace dell'essere eternamente precaria!
RispondiEliminaEh si, un po' lo cerchi, un po' te lo ritrovi... E alcune porte si aprono davvero su un mondo magico!
RispondiEliminaSenza contare che alcune porte rimangono socchiuse oppure chiuse male, pronte ad esser riaperte da un'insperata folata di vento
RispondiEliminaSenza contare che una porta è sempre e comunque un passaggio, un varco, anche se chiusa. Grazie.
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