Siamo la generazione del "tutto ha un inizio e tutto ha una fine", abituati a ragionare su lavori a tempo, con scadenza tipo buone mozzarelle. E così oggi, che si è ufficialmente concluso un progetto di lavoro, dovrebbe essere un giorno qualunque.
In realtà, sarà perché ci ho lavorato per lungo tempo, ma forse più probabilmente perché ho messo tanto di me in questo lavoro - non solo competenze e conoscenze, ma soprattutto aspettative, passione, interesse, forza, tempo - un giorno qualunque non lo è per niente.
È piuttosto un giorno di ricordi e di risate, di consapevolezza del tanto lavoro svolto, di "si poteva fare meglio" (come talvolta recito monotona nella mia mente) e "angoli della mente che diventano curve nella memoria" (come molto più poeticamente canta Francesco De Gregori).
Di ritorno a casa dall'evento di chiusura del progetto, musica a tutto volume e un occhio attento alla bicicletta (che sono contenta di aver portato con me sul treno per la prima volta!), prendo atto che il progetto è proprio finito, che le tante persone con le quali ho collaborato, litigato, imprecato, riso, faticato, adesso, esattamente come me, vanno per la propria strada.
Però Tiziano Terzani mi ha spiegato e dimostrato come la fine può essere un inizio, e allora porto a casa i "sentiamoci, non perdiamoci di vista", i vari "dobbiamo ancora lavorare insieme" e allo stesso tempo "che bello che arrivano le vacanze e ci si riposa". Ma soprattutto mi porto un blocco d'appunti che, fra una fermata e l'altra del treno, in un'onda di entusiasmo, stanno già prendendo una bella forma!
Grazie a tutti i miei compagni di questo lungo viaggio, che mi hanno insegnato a come fare e anche a come non fare, forse non leggerete mai questo post, ma tanto lo sapete che vi sono grata di tutto.
Benvenuti!
13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!
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domenica 16 giugno 2013
sabato 10 marzo 2012
I miracoli
Il 31 gennaio sono stata chiamata per un incarico passato da abbastanza-impegnativo a bello-tosto quando mi hanno detto che la scadenza era il 15 di febbraio. Il committente mi disse, con quel mezzo sorriso di chi ti sta calando un pacco, "si tratta solo di un mezzo miracolo, Angela".
Giovedì mi manda una mail, c'è ancora qualcosa da fare e correggere su quel lavoro; beh, ha mandato una mail, se fosse stato urgente avrebbe telefonato, per cui penso che non sarà urgente... Rileggo la mail e la scadenza è le 7.00 dell'indomani mattina! Lo chiamo perplessa, altro mezzo sorriso, altra naturalezza nella voce: "Angela, ultimo piccolo miracolo"...
Ieri sera altra mail con ulteriori aggiunte in scadenza oggi! Il commento, neanche a dirlo, "almeno stavolta hai più tempo a disposizione per il miracolo".
Qua i dati da segnalare sono due:
1. Avrete notato che il pacco andava crescendo di giorno in giorno.
2. Con "Tu che non credi ai miracoli, ma li sai fare" il buon De Gregori intendeva tutt'altro.
Le osservazioni da fare, di conseguenza, sono due:
1. Sarà pure gratificante la stima dimostrata, ma un lavoro normale e i giusti tempi no, eh!?
2. Non credo ai miracoli e non ne voglio fare!
Giovedì mi manda una mail, c'è ancora qualcosa da fare e correggere su quel lavoro; beh, ha mandato una mail, se fosse stato urgente avrebbe telefonato, per cui penso che non sarà urgente... Rileggo la mail e la scadenza è le 7.00 dell'indomani mattina! Lo chiamo perplessa, altro mezzo sorriso, altra naturalezza nella voce: "Angela, ultimo piccolo miracolo"...
Ieri sera altra mail con ulteriori aggiunte in scadenza oggi! Il commento, neanche a dirlo, "almeno stavolta hai più tempo a disposizione per il miracolo".
Qua i dati da segnalare sono due:
1. Avrete notato che il pacco andava crescendo di giorno in giorno.
2. Con "Tu che non credi ai miracoli, ma li sai fare" il buon De Gregori intendeva tutt'altro.
Le osservazioni da fare, di conseguenza, sono due:
1. Sarà pure gratificante la stima dimostrata, ma un lavoro normale e i giusti tempi no, eh!?
2. Non credo ai miracoli e non ne voglio fare!
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