Benvenuti!

13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


mercoledì 31 ottobre 2012

Nuovi punti di vista


Una nuova postazione, un nuovo giro di giostra, nuove idee...
Il giardino cambia di giorno in giorno, in questa stagione da il meglio di sè.
Computer, libri, quaderni, penne. Caffè, acqua, piante grasse e un tappetino del mouse fatto da me.
Dalla stanza accanto arriva musica... Intorno a me ho tutto ciò che mi serve.
Sono una ragazza fortunata.

lunedì 29 ottobre 2012

Miss Italia

Ieri ho partecipato al concorso per Miss Italia, e ci tengo a precisare che, pur essendo la più anziana, non ero la più brutta!
Ovviamente non era un concorso di bellezza, ma ci siamo andati vicino.
Un'associazione bandiva una selezione per figure professionali simili alla mia, cercavano esperti di comunicazione in beni culturali, promotori, organizzatori eventi, responsabili di attività didattiche, curatori e altro simile (l'altro simile potete aggiungerlo voi: qualunque figura in ambito culturale vi venga in mente ma non sapreste definire con meno di dodici parole va bene).
Con un'amica decidiamo di andare a vedere di che si tratta e partecipiamo entrambe alla selezione.
Inizialmente più che una selezione sembrava una corsa ad ostacoli: non potevi essere ammesso alla selezione se non eri presente all'evento del giorno prima (e poi stai giornate intere a sbattere la testa su come garantirti una sala piena ai convegni: basta legare la conferenza ad un concorso di lavoro e si fiondano in mille!); non potevi partecipare se non lasciavi il curriculum corredato di lettera motivazionale, nel senso che la lettera era obbligatoria (e la mia era di una comicità sopra le righe che confido nel senso dell'umorismo di chi la leggerà); si poteva inoltre portare un portfolio non meglio specificato. Anzi, così poco specificato, che gli si attribuivano, in valutazione, fino a 50 punti su 100, ma si poteva anche non portare. Da ultimo, 70 punti su 100 erano attribuiti in base all'esperienza, ma si cercavano persone alle prime armi...
Più confuse che persuase, la mia amica e io, dopo un paio d'ore per realizzare i nostri portfolio (il suo è bellissimo, il mio rimette in discussione le più basilari regole della grafica) ci lanciamo nell'avventura.
Primo giorno, convegno con interventi sul tema della promozione e management culturale: argomenti triti e ritriti, ma tutto sommato sempre interessante.
Secondo giorno, la fatidica selezione. Siamo tanti, tantissimi. Una massa inattesa per gli organizzatori che, invece di dividerci in gruppi per colloqui brevi ma sensati, invece di rimandarci ad un colloquio dopo la scrematura dei curriculum, invece di fare notte pur di ascoltarci tutti, con un guizzo di genio, un lampo da strateghi cosa decidono? Di farci presentare dicendo nome, cognome, età e ruolo per cui ci si candida, insomma, la presentazione delle miss ad inizio manifestazione!
Uno alla volta sfiliamo verso il microfono, avviando la processione con tutti i cliché del caso: i più furbetti preso in mano il microfono non lo mollano più e raccontano di tutto: studi, esperienze, formazione, capacità, raccontando di lavori così belli e invidiati che tutti ci siamo domandati "e allora che ci fai qua?"; le più carine si presentano con sguardo languido e rivolgendosi solo agli uomini della commissione valutatrice, i timidi balbettano, gli artistoidi parlano in maniera difficile, i pratici e i disillusi come me e la mia amica dicono esattamente solo quello che viene richiesto e tornano al posto.
Ora io non lo so se in quei 72 secondi sono riuscita a catturare l'attenzione, a rendermi interessante agli occhi della commissione, però... Non lo dico per giustificarmi, ma se mi avessero avvertito per tempo, da brava miss avrei detto che sono per la pace nel mondo e avrei sicuramente attirato consensi!

lunedì 8 ottobre 2012

I miei diritti

Oggi ho rivendicato ed esercitato un diritto, il diritto di indignarmi davanti all'ignoranza, alla mancanza di merito, all'insolenza.
Dicono che i soggetti più pericolosi con i quali avere a che fare siano gli stupidi. Loro rappresentano sì una gran perdita di tempo e, talvolta, di occasioni, ma uno stupido buono, un sempliciotto, si lascia indirizzare ed è capace di darti tanto, che poi magari è poco secondo certi parametri, ma diventa tanto in relazione con il suo modo d'essere e le sue capacità.
Non è dunque alla stupidità, che mi sono indignata.
Poi  è arrivato un certo modo meschino, di confondere i presenti per coprire le proprie mancanze. Questo modo di fare, di ingarbugliare le discussioni, di mimetizzarsi senza la bellezza del camaleonte e privo di un'astuzia intelligente, purtroppo, è sempre più diffuso in qualunque ambito delle nostre vite, delle nostre giornate: vedi amanti che non hanno il coraggio di lasciarsi con schiettezza e inventano scuse qualsiasi, vedi negozianti che ti dicono che ti sta benissimo quel vestito che ti fa sembrare informe, vedi consulenti che tirano per le lunghe favoleggiando su difficoltà che solo loro possono risolvere, e allora contestualizzi la meschinità.
Alla meschinità ho cominciato ad indignarmi, ma in maniera contenuta.
C'è stato poi un delirio di parole vuote, di pressapochismo, di difese indifendibili, di unghie che si aggrappano allo specchio e di specchi che non hanno nulla da riflettere. C'è stata la tracotanza, al giorno d'oggi poco citata ma molto praticata, ci sono state accuse false contro assenti che non avevano parole; c'è stato un innalzamento di toni e una presa di confidenza che nessuno aveva mai dato, c'è stata cattiveria, quella cattiveria figlia della piccolezza, la cattiveria più infima.
Tutte insieme sono arrivate, con la cattiveria, anche l'ignoranza, che subito ha tolto il velo alla mancanza di merito, e l'insolenza, che voleva rimettere a posto quel velo ma aveva mano troppo poco delicata per riuscirci.
Alla cattiveria, all'ignoranza e all'insolenza non ho resistito.
Non ho resistito e mentre argomentavo, rispondevo, illustravo con dati certi e verificabili, ho preso coscienza che stavo parlando con la mancanza di merito, quella che fa dire qualunque stupidaggine, qualunque meschinità, qualunque cattiveria come se nulla fosse, perchè tanto non ci si è mai preoccupati di riflettere, pensare, valutare.
E alla mancanza di merito sono esplosa.
Ho alzato la voce, mi sono alterata, ho usato parole pesanti, ho sbagliato, ma la mancanza di merito, e la sua legittimazione, no, non ho più la pazienza di accettarle.

Credo non sia servito a niente, se non ad illudermi di aver dato un contributo ai diritti dei giovani lavoratori che provano a mettersi in gioco, a rischiare, che investono nella propria formazione e rispettano il proprio lavoro e quello altrui, che magari leggendo questo post troveranno il coraggio o la leggerezza necessari per pretendere rispetto e competenza dalle persone con cui lavorano.

mercoledì 3 ottobre 2012

Pranzo di lavoro - Braciole, braciole, braciole!

Lo canto a squarciagola sul più noto tema di Mina "Parole, parole, parole", mentre riempio la carne di "muddica cunsata" e respiro Sicilia in terra nordica.
La ricetta è semplice, è la spiegazione che è complicata, perchè è molto localizzata e corrisponde, come tutte le ricette tipiche, ad una vera e propria filosofia di vita.
Cominciamo con il nome: noi le chiamiamo "braciole", caricando sulla 'o' accentata tutta la nostra idea di pieno, di sazio, di gusto su quel piatto che l'universo mondo al di fuori della provincia di Messina conosce come "involtini", che fa più elegante e misurato, perciò non rende proprio l'idea di esagerazione che ci accompagna in ogni manifestazione della vita!
Ero già grande quando ho scoperto che per voi le braciole sono la bistecca di maiale...
Passiamo al taglio: anche questo, fuori dal territorio messinese, non c'è, non si trova. Sparuti macellai palermitani e catanesi ci provano, ma con risultati, non me ne vogliate, veramente lontani dalle nostre braciole... E allora voi, amici vicini e lontani, che volete avventurarvi nella preparazione delle braciole, chiedete all'amico macellaio il taglio cotolette o brasato, e che la fetta sia sottile ma veramente sottile...
Chiudiamo con il condimento: chi segue il mio blog, lo conosce già! Pangrattato, parmigiano grattugiato (forza con quelle braccia! No a buste di anonimi formaggi simil parmesàn, comprate un bel pezzo di Parmigiano, possibilmente di quello in offerta perchè sopravvissuto al terremoto, e grattugiatelo voi), prezzemolo e aglio tritati finemente, un filo d'olio, formaggio a pezzetti.
A questo punto, il difficile è superato e arriva il divertimento: fetta di carne, condimento in centro, rotolino chiuso ai lati e infilzare allegramente con uno spiedino, per un totale di 5-6 braciole per spiedino.
Cucinatele alla brace, alla piastra, in padella, al forno, fate come volete, sempre buone sono!
Io le ho mangiate stasera e lo spiedino rimasto me lo porto domani per pranzo con insalata di pomodori di contorno... E spero vivamente e sinceramente che possiate fare lo stesso anche voi!
Buon pranzo!