Benvenuti!

13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


venerdì 30 settembre 2011

Alla Julia Roberts!

Tutte le volte (tante!) che rivedo "Pretty Woman" rido e mi commuovo per tutto il film, ma la mia scena preferita resta sempre quella in cui lei dopo lo shopping da delirio si prende la bella soddisfazione di passare vestita per-fet-ta-men-te dal negozio che l'aveva rifiutata il giorno prima giusto per dimostrare quanto erano state stupide a giudicarla in base al suo abbigliamento, assurgendo immediatamente a paladina di tutti i rifiutati del mondo.
http://www.youtube.com/watch?v=1yxRioBsXVI
Questa scena mi piace per il messaggio che vuole trasmettere (saggi discorsi da abito e monaco), ma soprattutto perchè ogni volta penso, sempre con lo stesso francesismo, "e brava Julia, che saziu"!
Ebbene, qualche giorno fa ho vissuto il mio piccolo momento "saziu alla Julia Roberts".
Ad un appuntamento di lavoro, ho incontrato loro, proprio loro, quelli che mi avevano proposto lo stage gratuito raccontato nel post 'Curriculum n. 8'.
Ci sono andata incontro, forzatamente baldanzosa e con l'aria svagata "ehi ciao, mi sembra ci siamo già viste, ah si, avevo fatto un colloquio con voi, eh si... Eh beh, adesso son qui, eh già oggi siete nostri ospiti, e bla bla bla e bla bla bla" e così, fresca come sono arrivata me ne sono andata, lasciando i loro sguardi sospesi fra perplessità e stupore.
Avranno pensato "questa è scema", si saranno dette ben felici per non avermi presa a lavorare con loro, avranno pensato all'ottimo lavoro di selezione svolto...
Vorrei risentirmi così soddisfatta e sarcastica almeno una volta alla settimana, altro che sassolino nella scarpa... Sposterei una cava di pietra!
Certo, magari nel mio percorso c'era scritto che un giorno avrei lavorato con loro... Beh, è evidente che mi sono giocata l'ultima e remota possibilità... Ma volete mettere prendersi una così bella soddisfazione!

lunedì 19 settembre 2011

Legittima difesa, oggi.

Mille volte al giorno tanti di noi, io credo, si sono trovati a svolgere mansioni e incarichi non previsti nel proprio contratto di lavoro: se questo accade sporadicamente o, in ogni caso, viene accettato dal lavoratore con piacere vuol dire che ci si trova in un contesto lavorativo favorevole, in cui la dinamica dare/avere è equilibrata e funziona; se accade spesso potrebbe chiamarsi truffa, anche detta fregatura; se accade quotidianamente, allora sei uno stagista.
Fra le mansioni non previste dal contratto, c'è un'attività che tutti, prima o poi nel corso della carriera (più prima che poi, ndr.), ci troviamo a dover affrontare: difendere il proprio lavoro.
Tutti prima o poi, ma soprattutto durante e costantemente, ci imbattiamo in detrattori di ogni tipo: colleghi invidiosi e dispettosi, referenti dispotici che preferiscono altri, colleghe inspiegabilmente isteriche o, peggio paranoiche, che ti vedrebbero come possibile rivale anche se si chiamassero Hillary e stessero correndo per la Casa Bianca mentre tu sicuramente non ti chiami Barack...
Si tratta di episodi così comuni e in certi casi tanto ridicoli da lasciarmi, oggi, indifferente.
Perchè il vero problema, oggi, è quando si deve difendere strenuamente il proprio lavoro da chi in realtà dovrebbe quanto meno tutelarlo, se non proprio garantirlo, come se fossimo l'ultimo baluardo di umanità prima dell'invasione barbarica.
Penso a tutti quei precari della scuola che hanno passato l'ennesimo agosto appeso ad un filo di speranza che si fa ogni anno sempre più sottile, penso a quegli operai licenziati senza giusta causa, anzi, senza causa e basta. Penso soprattutto, oggi, a quegli uomini e quelle donne che da mesi occupano il teatro Valle di Roma (http://www.teatrovalleoccupato.it/) per difenderlo dalla chiusura.
Con questa protesta attori e attrici, macchinisti, truccatori, prestigiatori, parrucchiere, costumiste, scenografi e tanti tanti altri difendono davanti allo Stato, presunto garante di lavoro e primo promotore di cultura, il loro diritto di fare lavoro facendo cultura e, perchè no?, spettacolo.
Uomini e donne sconosciuti, in un'altra città, con un'altra storia difendono, oggi, il loro lavoro e ricordano a ciascuno di noi che abbiamo il diritto di difendere il nostro.
La loro battaglia, quindi, oggi vale doppio, vale il diritto di ciascun piccolo precario e di una intera generazione troppo lasciata a sè stessa: quando il teatro sarà al sicuro, la vittoria sarà rifioritura contemporaneamente di un piccolo orto e di una grande... Valle!

P.S. Il teatro Valle, per inciso, in questi giorni non è occupato, è solo magnificamente vivo.

sabato 17 settembre 2011

Ma tu che lavoro fai? - Parte IV

Sala: allestimento, più relatori che poltrone (meno male!), più sedie che pubblico (panico!), monitor, microfoni, fiori si, fiori no, tavoli si, tovaglie no, tovaglie si. Relatori: tutti dentro, tutti fuori, uomini che fanno le primedonne, donne che sono tesori, se lui si allora io si, se lui no allora io no, se lui no allora io si, chiamare, mail, persa mail, richiamare, indirizzo sbagliato, indirizzo esatto, arrivo in compagnia, ma io non posso parlare?, e di me non si parla!, e qui si straparla!, e i saluti delle autorità, e che non lo facciamo parlare?. Inviti: cartaceo, online, logo si, logo no, ma come ho potuto dimenticarlo!, bicchierino si, bicchierino no, bicchierino si, nome in grassetto, orario in minuscolo, titolo in corsivo, con la firma, senza la firma, con i nomi, in rappresentanza, e io per ultimo e lui per primo, l'avevo spedito, è scomparso, me l'avete mandato tre volte, la ragazza dorme, non è mai arrivato, arriviamo in cinque, non mando nessuno, non mi interessa, mi interessa ma non posso, mi interessa ma fa caldo, mi interessa e mi interesserà, non ho la macchina, prendo il bus, cerco passaggi, offro depistaggi. Stampa: mensile ormai no, settimanale ormai no, quotidiano? Potremmo, web certamente, indirizzi, redazione, con la foto, senza la foto, ma quale foto, si vede solo la tua, no semmai si vede la tua, cartella stampa troppo pesante, troppo leggera, comunicato, scomunicata, conferenza si, conferenza no, referenza sempre, deferenza forse. Cartelline: mezze piene, mezze vuote, con la piega, con la fustellatura, a colori, solo il logo, con la tasca, elenchi, fotocopie, meglio di si, meglio di no, meglio di più, con le penne, senza matite e senza gomme, di più, di meno, a colori. Sponsor: si certo, ma quando mai, sponsor tecnico, sponsor tecnicissimo, mezzo a me e mezzo a te, no a me mille, non facciamo troppo gli spiritosi, però richiamalo, però ricordaglielo, però adesso mollalo. Ospiti: e dove li mettiamo, e dove li portiamo, capiranno?, ci vuole l'interprete, uh quanto costa l'interprete!, non partecipano, partecipano, partiamo tutti, non parte nessuno, il sito web costa quanto google, sarebbe bello avere più budget, i soldi ci sono ma spendiamoli bene, consulente, consulente, con su lente... Buffet: se magna, e che se magna, si ma alle due se ne devono andare, controlliamo, sarà buono?, Mi pare adeguato, vengo solo per mangiare, apparecchia tavola, sparecchia tavola, bevi e ridi chè è finita!

Tutto qua (...). Un altro importante tassello alla scoperta del mio lavoro: organizzare eventi, che ambiscono ad essere culturali. Finchè si organizza, infatti, è solo ambizione. Se sono davvero "culturali" lo capirò solo ascoltando i contenuti.

giovedì 15 settembre 2011

Pranzo di lavoro - Prima che sia troppo tardi

Sta per finire la stagione delle melanzane, bisogna affrettarsi!
Lo so che ve lo ho proposte in tutte le forme e soluzioni possibili, ma i più attenti avranno notato che ho lasciato per ultimo il must del mondo melanzanese: la parmigiana!
Non lasciatevi incantare da chi favoleggia parmigiane con prosciutto e carne macinata! La parmigiana, quella vera made in Sicily e dal sapore indimenticabile, non ha bisogno di altro che non siano strati di fette di melanzane fritte, salsa di pomodoro (col basilico fresco, mi raccomando), mozzarella a pezzi e parmigiano grattuggiato. Non ha bisogno di altro che passare in forno per mezz'oretta e riposare almeno 10 minuti prima di essere mangiata, ma questo non è un problema, la fate domenica e ve la portate per la pausa pranzo di lunedì...
La portate tutta intera, ovviamente, per distribuirla ai colleghi, sareste troppo cattivi a mangiare parmigiana con espressione compiaciuta mentre loro ingurgitano insalatone con ingredienti accoppiati a caso!
Le melanzane più buone le trovate nell'orto del nonno, ma se il nonno non c'è più e gli zii han venduto l'orto (e Maramao, di conseguenza, è deceduto), allora http://www.risparmiosuper.it/ saprà indicarvi dove trovare tutti gli ingredienti!
Buon appetito!

sabato 10 settembre 2011

Espressioni di settembre

Settembre porta novità e colore!
104 curriculum è un piccolo spazietto nell'universo sconfinato del web, una specie di giardinetto virtuale, da coltivare e arricchire di contenuti sempre nuovi. Da qui mi piace guardare intorno, osservare e contemporaneamente raccontare momenti di vita vissuta da me o da altri, vedere svilupparsi il percorso di persone vicine e lontane, in un fluire continuo fra reale e virtuale, e capire se e in che modo potrà incrociarsi con il mio... E si trova! Eureka! Si trova gente interessante, che porta avanti progetti originali, con entusiasmo e intelligenza: persone che lavorano e vivono in ambiti e ambienti talmente diversi dal mio, da rendere ancora più avvincente la sfida a trovare punti di contatto, ma con le quali ho scoperto di condividere idee, proposte, passioni!
E allora, vai con le news...!
Dalla prossima settimana la rubrica "Pranzo di lavoro" diventa imperdibile: io ci metto la ricetta e il team di http://www.risparmiosuper.it/ vi dice dove comprare gli ingredienti per risparmiare sulla spesa. Risparmiosuper è un sito web che mette a confronto i prezzi dei supermercati: voi inserite la città e il sito vi dice in tempo reale dove conviene comprare pappa e panni al pupo senza lasciarci lo stipendio! Alla "testa" (è proprio il caso di dirlo!) di tutto ciò c'è Barbara Labate, messinese doc... Potevamo non incontrarci!?
Non voglio anticipare nulla per non rovinare la sorpresa, ma sappiate (e fate sapere a chi potrebbe essere interessato...) che 104 curriculum cerca vignettisti e caricaturisti, presto vedrete perchè!
Infine, dal reale al virtuale andata e ritorno, si inizia anche la collaborazione con il sito di un gruppo di coetanei che raccontano l'Italia di oggi cercando il cambiamento, quello vero. Come loro credo nella forza dirompente delle parole, perciò vado da loro a dire la mia! Chi sono? Dopo il primo articolo, saprete anche questo...
Non cambiate canale, 104 curriculum è per sempre!

giovedì 8 settembre 2011

Change di sedia

Riunione con persone mai incontrate prima, si deve organizzare una giornata di dibattito su più tematiche. So che lavorerò sulla tematica cultura con altri, ma non so chi, dei tanti che ho intorno.
Ad un certo punto mi accorgo che la ragazza di fronte a me cerca di attirare la mia attenzione, vuol dirmi qualcosa, ma sono troppo... - cecata, mi verrebbe da dire, e cecata dico - da leggere il labiale. Avrà pensato "questa dorme", si alza, mi viene incontro e mi dice, con un sorriso bellissimo: "sei seduta vicino al mio collega di tematica, facciamo un change di sedia, chè devo parlare con lui?".
Se prima non la vedevo, ora non la capisco. "Cosa dobbiamo fare!?", chiedo con naso arricciato, occhi strizzati e mano con movimento ad uncino alla Totò. "Un change di sedia!", pollice e indice nel segno dello scambio la aiutano ad esprimersi, o meglio, aiutano me a capire. "Ah, va bene", mi alzo e mi sposto.
Mentre giro intorno al tavolo grande, lungo e serissimo penso che quello è il mio primo change-di-sedia di tutta una vita. Come tutti, ho fatto cambi di posto innumerevoli volte, ma un change-di-sedia no, mai.
Un change di sedia.
Ma dico, stiamo scherzando!? Ma che bisogno c'è!?
E va bene "network" al posto di "rete", perchè fa più professionale, "management" al posto di "gestione" perchè fa più impegnato, "coffee break" al posto di "merenda" perchè fa meno scolastico (anche se "merenda" evoca il mondo fantastico delle scuole elementari), ma "change-di-sedia" perchè? Perchè questa inutile forzatura e violenza alla nostra lingua bellissima?
Già gli inglesi lamentano che noi italiani usiamo troppe parole, espressioni troppo ricche ed articolate, sinonimi e locuzioni di esempio, se sapessero che ci mettiamo pure ad importare senza freni le loro parole anche quando non necessarie...! Va bene l'evoluzione idiomatica, va bene che se non conosci l'inglese sei tagliato fuori dalle comunicazioni globali, ma con questi eccessi a sproposito rischiamo solo di macchiare di inchiostro da Union Jack la lingua più poetica al mondo!
Che poi questa in realtà è solo la conseguenza di un certo modo di pensare: in certi ambienti sono convinti, ma convinti proprio, che calare qualche parola inglese all'interno di un discorso qualsiasi basti per dare di sè un'immagine professionale o a rendere più interessante il discorso serio...
Il settore della cultura, in Italia, è pieno di project, brainstorming, fundraiser, planning, see-youstrategy... Che se vera cultura fosse, con un piccolo sforzo saprebbero trovare le corrispondenti parole in italiano corretto!

Mea culpa (latino - inglese: 1-0!): ogni tanto un colpo di management scappa anche a me, e in quei momenti non mi sento nè più interessante nè più professionale, semplicemente più... ridicola!