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13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


lunedì 19 settembre 2011

Legittima difesa, oggi.

Mille volte al giorno tanti di noi, io credo, si sono trovati a svolgere mansioni e incarichi non previsti nel proprio contratto di lavoro: se questo accade sporadicamente o, in ogni caso, viene accettato dal lavoratore con piacere vuol dire che ci si trova in un contesto lavorativo favorevole, in cui la dinamica dare/avere è equilibrata e funziona; se accade spesso potrebbe chiamarsi truffa, anche detta fregatura; se accade quotidianamente, allora sei uno stagista.
Fra le mansioni non previste dal contratto, c'è un'attività che tutti, prima o poi nel corso della carriera (più prima che poi, ndr.), ci troviamo a dover affrontare: difendere il proprio lavoro.
Tutti prima o poi, ma soprattutto durante e costantemente, ci imbattiamo in detrattori di ogni tipo: colleghi invidiosi e dispettosi, referenti dispotici che preferiscono altri, colleghe inspiegabilmente isteriche o, peggio paranoiche, che ti vedrebbero come possibile rivale anche se si chiamassero Hillary e stessero correndo per la Casa Bianca mentre tu sicuramente non ti chiami Barack...
Si tratta di episodi così comuni e in certi casi tanto ridicoli da lasciarmi, oggi, indifferente.
Perchè il vero problema, oggi, è quando si deve difendere strenuamente il proprio lavoro da chi in realtà dovrebbe quanto meno tutelarlo, se non proprio garantirlo, come se fossimo l'ultimo baluardo di umanità prima dell'invasione barbarica.
Penso a tutti quei precari della scuola che hanno passato l'ennesimo agosto appeso ad un filo di speranza che si fa ogni anno sempre più sottile, penso a quegli operai licenziati senza giusta causa, anzi, senza causa e basta. Penso soprattutto, oggi, a quegli uomini e quelle donne che da mesi occupano il teatro Valle di Roma (http://www.teatrovalleoccupato.it/) per difenderlo dalla chiusura.
Con questa protesta attori e attrici, macchinisti, truccatori, prestigiatori, parrucchiere, costumiste, scenografi e tanti tanti altri difendono davanti allo Stato, presunto garante di lavoro e primo promotore di cultura, il loro diritto di fare lavoro facendo cultura e, perchè no?, spettacolo.
Uomini e donne sconosciuti, in un'altra città, con un'altra storia difendono, oggi, il loro lavoro e ricordano a ciascuno di noi che abbiamo il diritto di difendere il nostro.
La loro battaglia, quindi, oggi vale doppio, vale il diritto di ciascun piccolo precario e di una intera generazione troppo lasciata a sè stessa: quando il teatro sarà al sicuro, la vittoria sarà rifioritura contemporaneamente di un piccolo orto e di una grande... Valle!

P.S. Il teatro Valle, per inciso, in questi giorni non è occupato, è solo magnificamente vivo.

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