Benvenuti!

13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


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domenica 1 settembre 2013

A volte ritornano...

E a volte, purtroppo, no.
A volte, finite le ferie, i lavoratori italiani ritornano al proprio posto di lavoro.
A volte, però, questo non accade perchè le fabbriche ad agosto hanno chiuso per non riaprire più, spesso ad insaputa degli stessi dipendenti che si ripresentano ai cancelli e trovano solo lucchetti e catenacci.
A volte, finita l'estate, maestre ed insegnanti tornano a scuola e a volte no, perchè tagli e contrazioni li hanno resi "soprannumerari", ovvero anime vaganti in cerca di una classe cui trasmettere qualcosa.
A volte a settembre stagisti ben retribuiti da aziende virtuose tornano in sede ad imparare nuove competenze e a volte no, perchè le vacanze loro non le hanno fatte, visto che il finto stage serviva solo a farli lavorare per coprire le ferie degli altri e adesso vengono elegantemente rispediti a casa.
A volte, fra chi cerca disperatamente un lavoro, fra chi l'ha perso, chi ne è insoddisfatto, chi lo vorrebbe cambiare, trovi anche lavoratori felici, che forse non hanno tanto, ma quanto meno apprezzano la propria condizione, sempre più eccezionale in un paese con il 39% di giovani disoccupati.
A volte si riesce ad essere solidali e rispettosi, si mette da parte l'individualismo e non ci si lamenta della "sfortuna di dover tornare a lavoro", ma anzi si cerca di lanciare messaggi di incoraggiamento e sostegno, attraverso i social network e con azioni concrete, verso chi in settembre come unico lavoro ha quello di cercare un lavoro.
Poi entro su facebook e passo su twitter e tristemente vedo che a volte, purtroppo, no, proprio non si riesce.

Summary: Sometimes, finished the holiday season, the Italian workers return to their workplace and somethimes, unfortunately, no.
Sometimes we try to be in solidarity with those who have lost their jobs or cannot find it and we show respect to their plight. Then, however, on social networks you can find many people who complain about having to go back to work: this we are becoming, people individualistic and self-centered.

mercoledì 8 agosto 2012

Aggratisse! - Sempre valido

In questo periodo sto lavorando tanto, troppo, e con il clima di questi giorni non è esattamente piacevole...
Sono inseguita dalle scadenze e dall'ansia di chi pensa che non si arriverà in tempo, dall'apprensione di chi ritiene il proprio lavoro prioritario rispetto al mondo e dalla presunzione di chi saprebbe come fare se fosse al mio posto (ma non lo è, per cui si rassegni)...
In queste situazioni di stress generalmente si pensa che aggiungendo ore di lavoro su ore di lavoro si arrivi a fare tutto e si finisca prima: stai giornate attaccato al computer tentando invano di risolvere un budget che non ne vuole sapere di chiudersi in pari, cercando la parola giusta fra decine di sinonimi e desiderando che la pagina miracolosamente si riempia di foto e testi.
Quando ti accorgi però che scegli sempre il sinonimo meno adatto, che la pagina è bianca esattamente come due ore prima, che per far tornare i conti bastava guardare la casella excel subito sopra, beh, ritardo o meno, consiglio Aggratisse!: è il momento di staccare! 
E' il consiglio più vecchio del mondo, lo so, la scoperta dell'acqua calda, ma è veramente valido!
Si chiude tutto un paio d'ore e si esce a distrarre la mente, al ritorno ritroverete lucidità e immediatezza e il lavoro scorrerà via più veloce e leggero.
Se poi siete proprio bravi, come me ieri pomeriggio, al ritorno a casa dalla passeggiata distensiva vi ritroverete anche con almeno un paio di scarpe e dei braccialetti nuovi, ma parliamo di vera professionalità!

giovedì 18 agosto 2011

Il vero Capodanno

A quanto pare il vero Capodanno è Ferragosto.
Sei in vacanza, ma pensi al rientro, il clima è nettamente stagionalizzato e desideri che si passi presto all'altro estremo, le riviste ti propongono vestiti adatti a mesi lontani, ovunque in giro leggi e senti di persone che fanno il bilancio dell'anno trascorso e si preparano per quello nuovo, con tanti buoni propositi per ricominciare a fare ciò che facevano o avviare nuove attività.
Mi muovo nella media, nella confortante massa (Angela perfetto pubblico da mass-media, ndr) e mi ritrovo a riflettere sul passato e sorridere al futuro.
Il pensiero sul passato, su quest'anno trascorso è complesso, articolato: ho cambiato città, lavoro, orari, alimentazione (purtroppo), colleghi. Gli amici non li ho cambiati, perchè quelli restano tali anche senza essere insieme, però ne ho trovato alcuni nuovi, regalati dalle mille novità nelle quali mi sono lanciata, mentre altri li ho ritrovati, restituiti da un passato naturalizzato presente dalla tecnologia. Non ho cambiato l'impazienza applicata a tutto e l'incostanza applicata alla palestra.
Il sorriso al futuro invece è quello di sempre: storto e irregolare, spontaneo, innato; semplice, ma non facile, ora che ci stanno costruendo un presente prossimo da evitare accuratamente, zeppo di vecchie novità: ci si deve abituare alla precarietà, al far da sè, all'arte di arrangiarsi; le donne avranno minori possibilità di far carriera (e comunque saranno sempre meno retribuite rispetto agli uomini). A queste si aggiungono nuove verità (o aspiranti tali): alcuni emeriti studiosi dicono che è più facile affermarsi e far carriera se si è antipatici e distaccati; altri emeriti studiosi sostengono che ai nostri giorni il guadagno è direttamente proporzionale alla bellezza: in altre parole, più si è belli più si guadagna, che non varrebbe solo se si fa la modella o quell'altra attività, ma anche per i lavori più comuni tipo panettiere e avvocato. Gli emeriti di cui sopra, è evidente, fanno scattare una preoccupata risata... Rido si, ma se avessero ragione loro?
Ora parliamo di sorriso al futuro, ma mettetevi nei miei panni: bassina, rotondetta, comica fino all'esilarante... Che ... c'avrò da ridere!?

martedì 9 agosto 2011

Per lavoro ad agosto

Per lavoro ad agosto si cercano sponsor (e magari qualcuno, per sfinimento, qualcosa sgancia)!
Si seguono bandi e si propongono progetti, si organizzano eventi e si preparano associazioni.
Per lavoro ad agosto si partecipa ad incontri e riunioni e si sorride, anche senza voglia.
Si riordinano lentamente tutte quelle cataste informi di documenti che contengono mondi paralleli (bilanci, conti, contratti, biglietti di concerti, ricette, disegni dei figli dei colleghi, quel file tanto cercato ma che ormai non serve più... Mancano solo fogli unti fra due fette di mortadella e poi c'è tutto)!
Per lavoro ad agosto non si guardano le foto degli amici al mare, altrimenti diventa "valle-di-lacrime-ad-agosto", e si finge siano ognuno dietro una scrivania. Si può però pensare a quando ci si troverà in ferie a settembre... Non conviene, per lavoro ad agosto, neanche pensare al fresco della montagna, no non conviene, con 36 gradi in città.
Ricordarsi, per lavoro ad agosto, quant'è bella la città quasi vuota, che finalmente si può camminare senza fretta, girare per viuzze e negozi senza ressa, scoprire nuovi locali da ripassarci in autunno.
Si solidarizza ancor di più con chi il lavoro lo sta cercando, perché - sia gennaio, agosto o novembre - lavorare è sempre un onorevole diritto ma di questi tempi, purtroppo, diventa spesso un privilegio.

Per lavoro ad agosto si cerca qualche corso da seguire a settembre, perché per lavorare non bisogna smettere di studiare.

Per lavoro ad agosto si cerca di fare le cose più carine del proprio lavoro, perché ok, bella la città, la tranquillità e le vacanze che arriveranno, ma la verità è che... Voglia di lavorare non ce n'è proprio!

venerdì 3 giugno 2011

Aggratisse! - Come chiedere le ferie se ancora non hai un lavoro

Inizia Aggratisse! - Consigli in libertà!
Premessa necessaria: sono convinta che i consigli si possano dare solo sulla base di un'esperienza vissuta direttamente e che comunque vanno adattati al contesto di ciascuno di noi.
Per queste ragioni, i consiglidi Aggratisse! prenderanno sempre spunto da avvenimenti realmente accaduti e saranno comunque molto generici, in modo che ognuno ne possa prendere la parte che interessa, trascurando i dettagli che potrebbero compromettergli la carriera...
Cominciamo subito con un argomento spinosissimo, la richiesta di ferie al terzo giorno di lavoro... Starete pensando "ma figurati, chi è che va a parlare di ferie al terzo giorno di lavoro!? Non esiste! Non si fa!"... Amici, vi garantisco che l'ho fatto!
Che poi in teoria quelle ferie non le avrei neanche chieste, non mi interessava molto fare vacanza: lavoro tanto atteso e appena iniziato, persone mai viste da conoscere, un sacco di cose nuove da imparare... Diciamo che in assoluto la vacanza non mi interessava in quel momento.
Già, "in assoluto", perchè poi c'è da scendere "nello specifico", e nello specifico in quel momento si avvicinava Pasqua e tutti sanno quant'è bella la Pasqua in Sicilia: pensi al giro dei sepolcri con le amiche il giovedì, al pesce fresco il venerdì, alla granita+mare+giretto a Taormina del sabato, alla salsicciata della Pasquetta...
E le amiche sparse per l'Italia pronte a tornare al paesello che ti chiamano come le sirene di Ulisse "vieni Angy, vieni! Saremo tutti lì a divertirci, non puoi mancare solo tu"... Come fai a non resistere, come!?
E così, con una nonchalance degna di un notaio quando emette la parcella come se parlasse di spiccioli, con la stessa simulata indifferenza di chi sbircia l'oroscopo al quale non crede ma non si sa mai s'avverasse, m'avvicino al mio referente (conosciuto neanche una settimana prima), esattamente la persona che dovrebbe fare da garante del buon esito del mio lavoro, che sta a me come l'uomo del monte sta ai raccoglitori di ananas (se ha detto si lui, io continuo a lavorare), e butto lì un "vorrei capire come organizzarmi per Pasqua"...
Stava camminando due passi avanti a me, si ferma, si gira, mi guarda come se gli avessi detto "vorrei capire come organizzarmi per la prossima spedizione sulla luna" ed enigmatico risponde "adesso vediamo".
Diciamo che come risposta non è stata proprio incoraggiante, e così non sono più tornata sull'argomento. Alcuni giorni prima di Pasqua guardo qualche sito web di compagnie aeree, pensando che magari da un momento all'altro poteva arrivare la telefonata liberatoria: Milano-Catania costa già come andare alle Barbados con tanto di cocktail di benvenuto, perciò rinuncio.
Inizia la Settimana Santa: giovedì in ufficio, venerdì mattina in ufficio, venerdì pomeriggio squilla il cellulare, è lui. "E allora, questa Sicilia", "ehm, no, veramente non ne abbiamo più parlato e ho pensato fosse meglio restare qua"... "Me lo sono completamente dimenticato, ma tu potevi riprendere l'argomento... Per noi potevi tranquillamente andare, non c'ho proprio pensato a dirtelo"!

Era la Settimana Santa, non potevo esternare ad alta voce i miei pensieri, e non posso neanche adesso, ma su un paio di cose possiamo qui discutere:
1. Lavorare è bello, ma fare vacanza pure, vale la pena d'insistere, meglio se con stile ed educazione, l'invasione di mail e post-it non credo porti risultati.
2. A quanto pare io avrei male interpretato il tono della risposta, per cui possiamo dire che il metodo "tipo-disinteressato" aveva funzionato... Avanti ragazzi, un bello specchio ed esercitazione seria e costante, la faccia da "mi-trovo-qui-per-caso-e-il-pensiero-che-mi-passa-per-la-testa-te-lo-dico" non si improvvisa!