Mi piace controllare spesso le statistiche di blogger per cercare di capire chi sono i lettori, quali sono i post preferiti, a che ora leggono il blog, da quale sito ci arrivano. Il dato che preferisco seguire è la provenienza geografica di chi legge "104curriculum"; la maggior parte di voi si connette dall'Italia, ma ogni giorno vengo sorpresa da nuove provenienze: ogni tanto appaiono isolati e sparuti lettori da posti lontani come Mauritaria, Cile, Nigeria, Dubai, Giappone, Indonesia; sono tantissimi quelli che si collegano dall'Europa (Germania e Inghilterra soprattutto), dagli Stati Uniti e, ultimamente, dalla Russia.
So che in molti casi potrebbe trattarsi di semplici rimbalzi di server e magari a leggermi assiduamente sono i vicini del palazzo di fronte, però mi piace anche pensare che davvero molti di voi siano dall'altra parte del mondo a vivere la propria vita diversissima dalla mia e fermarsi ogni tanto a leggere le avventure comiche e le riflessioni di una precaria qualunque. Mi piacerebbe conoscere qualcosa di vuoi, sapere chi siete, qual è il vostro lavoro, i vostri sogni, la vostra famiglia, le novità che vi aspettate e la noia dalla quale vorreste fuggire. Scrivete un commento qui, raccontando la vostra storia per costruire un ideale libro dei lettori di 104curriculum!
Vi aspetto!
Benvenuti!
13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!
Visualizzazione post con etichetta amicizia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta amicizia. Mostra tutti i post
sabato 29 dicembre 2012
sabato 15 settembre 2012
ENVOY chiama Italia, ENVOY riflette Italia
Letteralmente "aggrappata" alla connessione internet del bar dell'aeroporto, rifletto dopo una ulteriore fase del progetto ENVOY.
I referenti della Bulgaria, Paese ospitante, li abbiamo salutati frettolosamente ieri sera, in una partenza in autobus rocambolesca e con tanto di passaggio notturno della frontiera che fa tanto clandestini di ritorno!
Le delegazioni dei Paesi partner, Italia inclusa, sono partite, e io qui aspetto il mio volo (lunga lunga attesa) e rifletto.
Ripenso a queste giornate di lavoro, un lavoro privilegiato, che mi permette allo stesso tempo di fare ed osservare, ignorare e capire, arrabbiarmi e pazientare.
Penso a chi ci ha ospitato offrendo semplicità, concretezza, contenuti, dignità e simpatia e mi emoziono ricordando certi sorrisi gentili, certi spazi semplici, certe osservazioni così profonde.
E ripenso al gruppo italiano: tutti (me inclusa) sempre confusionari, in ritardo... Ognuno per i fatti suoi, ognuno ad inseguire il proprio caffè, a guardare il proprio telefonino, a parlare un inglese stentato, a lamentarsi ed annoiarsi. Non è una riflessione rivolta a nessuno in particolare, nè solo a quelli che eravamo presenti all'evento, per quanto da lì arrivi l'ispirazione... In questa descrizione improvvisamente, mentre davanti mi passa l'Europa che corre al lavoro, che prende un aereo per cercare nuove fortune, che con passaporto romeno vende un'insalata greca ad un tizio che sembra inglese, io vedo l'Italia disordinata, che non ce la fa a stare al passo. Un'Italia senza idee e senza contenuti e ho paura che sia tutto così il nostro Paese...
Poi ripenso pure alle risate fatte in questi giorni, a come siamo riusciti a risolvere anche questioni molto ingarbugliate, a come riusciamo, nonostante tutto a farci volere bene, e allora spero... spero... Spero che per il prossimo evento ENVOY non ci siano tutti questi intoppi e che adesso il mio volo si decida a comparire sul tabellone del check-in!
I referenti della Bulgaria, Paese ospitante, li abbiamo salutati frettolosamente ieri sera, in una partenza in autobus rocambolesca e con tanto di passaggio notturno della frontiera che fa tanto clandestini di ritorno!
Le delegazioni dei Paesi partner, Italia inclusa, sono partite, e io qui aspetto il mio volo (lunga lunga attesa) e rifletto.
Ripenso a queste giornate di lavoro, un lavoro privilegiato, che mi permette allo stesso tempo di fare ed osservare, ignorare e capire, arrabbiarmi e pazientare.
Penso a chi ci ha ospitato offrendo semplicità, concretezza, contenuti, dignità e simpatia e mi emoziono ricordando certi sorrisi gentili, certi spazi semplici, certe osservazioni così profonde.
E ripenso al gruppo italiano: tutti (me inclusa) sempre confusionari, in ritardo... Ognuno per i fatti suoi, ognuno ad inseguire il proprio caffè, a guardare il proprio telefonino, a parlare un inglese stentato, a lamentarsi ed annoiarsi. Non è una riflessione rivolta a nessuno in particolare, nè solo a quelli che eravamo presenti all'evento, per quanto da lì arrivi l'ispirazione... In questa descrizione improvvisamente, mentre davanti mi passa l'Europa che corre al lavoro, che prende un aereo per cercare nuove fortune, che con passaporto romeno vende un'insalata greca ad un tizio che sembra inglese, io vedo l'Italia disordinata, che non ce la fa a stare al passo. Un'Italia senza idee e senza contenuti e ho paura che sia tutto così il nostro Paese...
Poi ripenso pure alle risate fatte in questi giorni, a come siamo riusciti a risolvere anche questioni molto ingarbugliate, a come riusciamo, nonostante tutto a farci volere bene, e allora spero... spero... Spero che per il prossimo evento ENVOY non ci siano tutti questi intoppi e che adesso il mio volo si decida a comparire sul tabellone del check-in!
mercoledì 29 febbraio 2012
ENVOY - Parte III
E II evento fu, nonostante diatribe, ostruzionismi, avversità per terra e per mare...
Devo dire che stavolta sono riuscita ad essere più seria, anche se qualche chicca scelta e selezionata c'è... E non solo mia, sta a voi scoprire qual è farina del mio sacco!
1. Lesson n. 1: i maltesi parlano bene inglese, forse qualcuno non benissimo, ma molti si. Forse i genitori fanno bene a mandare qui i figli a studiare, forse no. In ogni caso non è necessario dirlo davanti ad un maltese.
2. A tutta birra. Dicono che a Malta sia tipica la birra al limone, buonissima bevanda fresca, dissetante, leggera. Basta saperla ordinare, perchè se ordini una birra con tanto limone, ti ritrovi con tre quarti di Sprite e un quarto di birra, e non va decisamente bene!
3. Perle di saggezza: don't buy souvenir, buy superbeer!
Beh, bella Malta, strana... Bello più di tutto che "Dio" lo chiamano Alla (accento sulla prima a). Qui gli scambi di elementi fra le diverse religioni dimostrano quant'è bello integrare e quanto è facile...
A Malta, w ENVOY!
Devo dire che stavolta sono riuscita ad essere più seria, anche se qualche chicca scelta e selezionata c'è... E non solo mia, sta a voi scoprire qual è farina del mio sacco!
1. Lesson n. 1: i maltesi parlano bene inglese, forse qualcuno non benissimo, ma molti si. Forse i genitori fanno bene a mandare qui i figli a studiare, forse no. In ogni caso non è necessario dirlo davanti ad un maltese.
2. A tutta birra. Dicono che a Malta sia tipica la birra al limone, buonissima bevanda fresca, dissetante, leggera. Basta saperla ordinare, perchè se ordini una birra con tanto limone, ti ritrovi con tre quarti di Sprite e un quarto di birra, e non va decisamente bene!
3. Perle di saggezza: don't buy souvenir, buy superbeer!
Beh, bella Malta, strana... Bello più di tutto che "Dio" lo chiamano Alla (accento sulla prima a). Qui gli scambi di elementi fra le diverse religioni dimostrano quant'è bello integrare e quanto è facile...
A Malta, w ENVOY!
venerdì 27 gennaio 2012
Cosa rimane
A fine giornata mi domando cosa ho portato a casa dal lavoro, quanto di quello che ho fatto, visto, sentito mi è servito per imparare qualcosa di nuovo ed utile, quanto le persone incontrate mi hanno lasciato piccoli e grandi insegnamenti, quanto del tempo dedicato al lavoro mi è sembrato ben speso.
A volte portiamo a casa entusiasmo per idee nuove, dubbi su parole poco chiare, domande sospese o espressioni lampanti come panni al sole. A volte portiamo amicizie, a volte scontri, incomprensioni.
Certi giorni passano lenti, che spingi le lancette con gli occhi perché corrano di più, altri ti restano addosso e vorresti fossero il primo di mille.
A casa porti speranze da nuovi incontri e delusioni da vecchie riscoperte, porti faldoni di documenti arretrati e la leggerezza del sabato libero...
Io oggi porto a casa la fantastica frivolezza piena di significato che solo le ragazze-grandi-ragazze riescono ad avere, trovando il tempo per acute osservazioni anche in mezzo a mille cose da fare:
"hai un abbinamento borsa/guanti che meriteresti di essere a New York City!"...
E così, da blogger, ho vissuto il mio "momento Carrie"!
A volte portiamo a casa entusiasmo per idee nuove, dubbi su parole poco chiare, domande sospese o espressioni lampanti come panni al sole. A volte portiamo amicizie, a volte scontri, incomprensioni.
Certi giorni passano lenti, che spingi le lancette con gli occhi perché corrano di più, altri ti restano addosso e vorresti fossero il primo di mille.
A casa porti speranze da nuovi incontri e delusioni da vecchie riscoperte, porti faldoni di documenti arretrati e la leggerezza del sabato libero...
Io oggi porto a casa la fantastica frivolezza piena di significato che solo le ragazze-grandi-ragazze riescono ad avere, trovando il tempo per acute osservazioni anche in mezzo a mille cose da fare:
"hai un abbinamento borsa/guanti che meriteresti di essere a New York City!"...
E così, da blogger, ho vissuto il mio "momento Carrie"!
Etichette:
amicizia,
Carrie Bradshaw,
fashion blogger,
lavoro
mercoledì 11 gennaio 2012
Porte e portoni
La vita del precario è un continuo aprirsi e chiudersi di porte e portoni.
Una parte di queste porte si apre grazie alla buona volontà - che sfiora la testardaggine e la caparbietà - e alle capacità e competenze acquisite e quotidianamente rimesse in gioco. Altre porte, invece, si aprono e chiudono alle nostre spalle e al nostro passaggio senza che abbiamo neanche tempo e modo per accorgecene.
Talvolta ti si aprono porte davanti e ti ritrovi in progetti e percorsi fantastici e insperati, ma non saprai mai quante porte si sono dovute chiudere per poter aprire quell'uscio.
Talvolta è stata una parola, una frase che ha fatto aprire una porta, ma quella stessa parola, quella stessa frase magari chissà, una porta l'ha chiusa, per fortuna o purtroppo.
C'è una componente di fatalità nella vita del precario, essa infatti ha insieme del fato e del fatato.
Questo post dice tutto e non dice nulla, magari è esso stesso una porta per un nuovo percorso. Sicuramente è un sorriso solidale con tutti i precari che si muovono quotidianamente nel mondo spostando vento leggero che apre e chiude porte.
Questo post è un grazie ad un amico che oggi, senza saperlo, ha aperto una porta, semplicemente facendomi sentire un po' più... blogger.
Una parte di queste porte si apre grazie alla buona volontà - che sfiora la testardaggine e la caparbietà - e alle capacità e competenze acquisite e quotidianamente rimesse in gioco. Altre porte, invece, si aprono e chiudono alle nostre spalle e al nostro passaggio senza che abbiamo neanche tempo e modo per accorgecene.
Talvolta ti si aprono porte davanti e ti ritrovi in progetti e percorsi fantastici e insperati, ma non saprai mai quante porte si sono dovute chiudere per poter aprire quell'uscio.
Talvolta è stata una parola, una frase che ha fatto aprire una porta, ma quella stessa parola, quella stessa frase magari chissà, una porta l'ha chiusa, per fortuna o purtroppo.
C'è una componente di fatalità nella vita del precario, essa infatti ha insieme del fato e del fatato.
Questo post dice tutto e non dice nulla, magari è esso stesso una porta per un nuovo percorso. Sicuramente è un sorriso solidale con tutti i precari che si muovono quotidianamente nel mondo spostando vento leggero che apre e chiude porte.
Questo post è un grazie ad un amico che oggi, senza saperlo, ha aperto una porta, semplicemente facendomi sentire un po' più... blogger.
Iscriviti a:
Post (Atom)