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13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


martedì 14 giugno 2011

Ma tu che lavoro fai? - Parte I

Le due certezze dell'anno: prima o poi il Natale arriva, prima o poi l'anno scolastico finisce.
E così, anche per quest'anno, è finita la scuola (in attesa del 25 dicembre per altre certezze)...
Che importanza ha? - vi chiederete - per te dovrebbe essere finita da un pezzo...
Facciamo un passo indietro.
Qualche mese fa, la rivista Walk On Job ha pubblicato un'inchiesta http://www.walkonjob.it/articoli/902-articoli/211-il-doppio-triplo-quadruplo-lavoro-larte-di-vivere-da-precari-multitasking sui tanti giovani che svolgono più di un lavoro, spinti dalla precarietà, dagli stipendi bassi, dal desiderio di essere autonomi e da tutti quegli altri motivi che noi precari conosciamo bene ma che coloro che dovrebbero conoscere meglio di noi (e risolvere) spesso ignorano.
L'articolo in questione descrive bene questi equilibristi del multilavoro, quella che si potrebbe definire "Generazione 1000 € = 300+400+300", anche detta "un lavoro non basta mai"...
Bene, io mi trovo lì, ben schierata nelle file numerose, assolutamente non coperte e in allineamento sparso dei giovani con tanti lavori!
Per questa ragione, quando mi domandano "tu che lavoro fai?", la risposta non è mai semplice, anzi, di un'articolazione tale che richiederà più post per essere esaustiva.
Cominciamo dal lavoro più normale, o regolare... Forse sarebbe più corretto dire, cominciamo dal lavoro più facilmente definibile con una parola (gli altri, vedrete, sono incarichi non spiegabili con meno di 35 parole): insegnante, anche detta prof.
Eh si, qualche giorno fa sono stata fra i tanti docenti che hanno esultato più dei loro alunni per la fine della scuola, che hanno lanciato in aria il registro per la gioia, che l'hanno scritto su facebook che la scuola era finita, hanno brindato col prosecco e hanno chiamato amici e parenti per condividere la felicità!
Si, si, vi posso garantire che ho fatto tutto ciò! Il che diventa ancora più esilarante se considerate che ho insegnato per sole 5 ore alla settimana...
In realtà l'anno scolastico non è ancora finito, domani consegneremo le pagelle alle famiglie, poi dovrò riportare il registro in segreteria e altre amene attività burocratiche, ma quel che conta è che sono finite le lezioni! Niente più ragazzini urlanti e bambini lamentosi, niente più colleghe sagge e stressate, anziane cariatidi lanciate contro le giovani supplenti, niente più!
Ma soprattutto: niente più genitori per i quali il proprio figlio è sempre e comunque il migliore della scuola, anche quando ti parla del muro di Dublino e delle famose mareggiate in Lombardia, per i quali la scuola deve formare delicatamente per cui non puoi mettere la nota sul registro "o il ragazzo si traumatizza", per i quali 9 è un brutto voto e tu non sei abbastanza preparata per giudicare il loro tesssoro! Niente più!
Il lavoro dell'insegnante è un lavoro nobile, di valore, ma purtroppo oggi i poveri docenti devono lottare contro mille fonti di delegittimazione che li rendono "pupi" all'occhio degli alunni, quegli stessi alunni che dovrebbero, invece, guardarli con curiosità e ammirato rispetto.
Certo, dal punto di vista umano non ha pari: guardi i ragazzi e vedi come saranno, come potrebbero diventare, come non saranno mai. Ti raccontano le loro storie, i viaggi, le speranze... Conosco, senza averle mai viste, famiglie, fidanzatine, camerette...Fra una supplenza e l'altra ho accumulato già qualche anno di insegnamento in diverse materie e in giro per parecchie scuole, e non c'è un paio di occhioni preadolescenziali che un prof. possa dimenticare...
Eppure non basta... Quando svolgi un lavoro che non ti piace, per il quale non ti senti adatto, è difficile trovare qualcosa di positivo, che ti renda leggeri gli obblighi e i sacrifici... Se a questo si aggiungono madre preside e padre insegnante, per cui sento parlare di scuola da quando sono nata... Beh, amici e colleghi, perdonatemi se non ne potevo proprio più!
W la scuola pubblica!

1 commento:

  1. Intanto, grazie per avere citato Walk on Job, ci e mi molto piacere. Sarei curiosa di leggere anche degli altri lavori, come immagino anche altri però qui ti scrivo perché ti CAPISCO! Ho fatto l'insegnante anche io, a 26 anni e a 30. Quello che avevo imparato 4 anni prima, dopo non me lo ricordavo più. E' uno dei mestieri più belli del mondo, ma io ho scelto di non farlo: troppa burocrazia e sbattimento con i genitori che una volta credevano ai prof e prendevano per oro colato i suggerimenti che loro davano, adesso dicono" Faccio causa, lei non sa chi sono io...", il che non vuol dire che non abbiano ragione. Qualche volta.
    Ma sai che ho fatto una inchiesta sul burn out degli insegnanti? L'avevi letta.
    Bel post e come scrivi bene, si vede che ti sei laureata in Lettere a Messina :-)

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