Sinceramente, non ne posso più di leggere sui giornali gli aggiornamenti e le dichiarazioni del caso sul processo in cui sono coinvolte le cosiddette "Olgettine"! Anzi, sinceramente mi sono proprio rotta di sentirne e sentirle ancora parlare (o blaterare, o biascicare, o cinguettare, o sproloquiare)... Ecco, l'ho detto!
Per settimane, mesi, anni (!) mi sono forzata a non farvi riferimento, a non citarle neanche una volta, a non dare loro un minimo spazio qui, un blog pulito e serio, ma adesso basta, non ne posso più e lo voglio gridare al web!
Questo mio post è un appello, quasi un'accorata preghiera ai giornalisti: non parlatene più!
Capisco che l'appeal di certe notizie è alto, fanno vendere copie su copie, se ci aggiungi anche foto - spesso ammiccanti e decontestualizzate - le puoi passare sui rotocalchi di più basso livello, le retweettano e condividono tutti e questo già di per sè costituisce motivo valido alla pubblicazione, ma fermatevi un attimo e pensate a noi.
Noi siamo le Normali Ragazze Italiane. Siamo coetanee o poco più grandi delle allegre comari, ma con metà, un quarto, un decimo dei loro armadi e cento, mille volte i loro pensieri e problemi.
Noi siamo quelle che ci alziamo la mattina presto e magari prima di andare a lavoro sistemiamo casa e ci prepariamo il pranzo per l'ufficio per non spendere troppo in giro, siamo quelle che i ristoranti di lusso che loro frequentano non sappiamo neanche dove sono (e non vogliamo neanche saperlo, sinceramente). Siamo senza tredicesima e quattordicesima, ma con mutuo e spese uguali agli altri; siamo lavoratrici normalizzate precarie, siamo quelle che i sogni non li tengono nei cassetti, ma si impegnano ogni giorno e lavorano fino a notte fonda per realizzarli senza aiutini e agevolazioni.
Siamo quelle che in palestra ci vanno con lo sconto, dal parrucchiere quando si può e inseguiamo le offerte del supermercato.
Siamo quelle che le tasse per l'università le hanno pagate, quelle che hanno aperto un'attività con le proprie forze, che hanno tutti i timbri su visti e permessi.
Siamo quelle che incontrate nei cinema e nei teatri, nelle librerie e alle mostre, perchè se c'è un bene di qualità per cui val la pena spendere per noi è la cultura in tutte le sue forme.
Siamo quelle che incontrate per strada, quelle che sorridono per una bella giornata di sole, perchè sono riuscite a ritagliarsi finalmente un'ora tutta per sè, siamo quelle che reggono una famiglia, una rete, un gruppo, un'azienda.
Siamo anche quelle di noi che a tutto questo aggiungono tempo, pazienza e impegno per i figli.
Siamo quelle così indaffarate che ad esempio questo post ce l'ho in testa e nel cuore da giorni, ma ho avuto solo oggi il tempo di scriverlo.
In altre parole, siamo quelle più offese da questa vicenda, siamo le più offese da certe dichiarazioni, siamo le più offese da quei 2.500 € al mese, siamo le più offese dal "cosa c'è di male se" e tutte le sue declinazioni.
Siamo offese da tornare a casa la sera stanche, soddisfatte, confuse, impegnate, perplesse, energiche, speranzose o disfatte e doverci trovare davanti - nei tg o nei giornali che finalmente solo di sera riusciamo a leggere - quelle facce rilassate, truccate, pettinate, distese e splendenti di gioielli spesso falsi come i loro sorrisi. E non ha veramente più alcuna importanza se siamo di destra o di sinistra, se viviamo a nord o a sud, in un piccolo centro o una grande città. Non è l'aria del continente nè il respiro soffocato della provincia, siamo semplicemente offese a qualsiasi latitudine e altitudine.
Voi, cari giornalisti, è giusto che facciate il vostro dovere di informazione al Paese, ma ormai i termini e le sfumature della vicenda sono chiari a tutti, anche a chi non li vuole ammettere o vedere, per cui, per favore, avvisateci direttamente sull'epilogo e risparmiateci fastidiosi e offensivi particolari. Togliete le luci della ribalta da questa gentaglia e riportatele sulla notizia.
Grazie.
Angela e tutte le NRI.
Brava! <3
RispondiEliminaGrazie Maura! Quando ce vo'...!
EliminaUno dei miei post preferiti :)
RispondiEliminaGrazie Roberto, in questo caso la condivisione maschile ha un peso maggiore, visto il tema!
EliminaApplausi a scena aperta e standing ovation!
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