La settimana scorsa mi sono arrivate le bozze di una monografia che ho in pre-stampa e di un articolo da inserire in un volume di atti di un convegno al quale ho partecipato tempo fa.
Ieri, invece, sono tornata a casa a parlare di casa, cioè sono tornata all'Università di Messina per presentare ad un convegno un progetto su Savoca, il mio bel paesello di residenza, al quale lavoro come consulente archeologo.
Tutto questo per dire, in sostanza, che per lavoro io studio, mi occupo di ricerca.
Ehm, chiaramente non faccio saltare in aria laboratori con esperimenti chimici che non riuscirebbero mai, data la mia innata tendenza alla distrazione, nè sto lì ore ed ore a cercare di capire come fa a galleggiare un corpo immerso in un liquido, e non voglio neanche sapere com'è che vola l'aereo che prenderò (Etna permettendo!) domani.
Mi occupo di ricerca scientifica in campo umanistico.
Il meccanismo è semplice: ci sono state anni fa un'istituzione, un'università, una fondazione, un'agenzia europea che a turno hanno investito su di me, ritenendo fosse utile pagare per farmi continuare a studiare anche finita l'università. E questo di per sè già costituisce lavoro, qualcuno ti paga non per fare belle acconciature, non per difenderlo in tribunale, non perchè vendi frutta buonissima o tinteggi pareti che manco Leonardo, ma per studiare. Non è meraviglioso!?
Anche adesso questo è il mio lavoro, ora che committenti vari, che sanno che ho studiato tanto tanto tanto, mi cercano perchè studi ancora di più, magari su argomenti specifici. E così mi è stato chiesto di studiare non solo monetine e muri antichi, ma anche bandi per l'energia e il management nel settore agroalimentare... E ho imparato cose diverse, delle quali mai pensavo mi sarei interessata (io e i catalizzatori esausti cosa avremmo in comune adesso, se non l'essere esausti!?)...
E così rispondo alla domanda di cui sopra: è meraviglioso!
P.S. Ovviamente studiare non è un lavoro, vero, noooo, ci mancherebbe! Come si potrebbe pensare che stare ore chiusi in un laboratorio o in una biblioteca sia un lavoro? No, solo ti passi il tempo! D'altra parte, se fosse un lavoro vero e prestigioso sarebbe ben remunerato, porterebbe delle tutele, i contratti sarebbero più tipici di un buon formaggio altoatesino, darebbe credito e ascolto da parte di tutti.
Fortunatamente, non trattandosi di un lavoro vero, tutto questo non accade. Fortunatamente la protesta dei ricercatori ha avuto pochi giorni di visibilità sui media e non grande seguito; la nostra classe dirigente tutta fortunatamente non ascolta i suggerimenti di chi studia da anni a proposito di nuove tecnologie, di energia, di ambiente, di lavoro, di dinamiche sociali, di medicina, di beni culturali e fortunatamente si affida ad una forsennata improvvisazione.
Fortunatamente faccio anche un altro lavoro, altrimenti non sarei qui a raccontarvi quanto è bello fare ricerca, ma me ne andrei di corsa a cercare qualcosa di più stabile e duraturo.
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