Credo di essere in grado di spiegare, con un esempio semplice che non ha nessun riferimento a fatti realmente accaduti, la storia del finto Made in Italy.
Ti viene richiesto di fare una determinata cosa, la fai, bene o male, ma lo fai.
Pensi di non averla fatta neanche tanto bene, visto che non ti viene detto nulla (tipo "ok, va bene").
Questo qualcosa viene poi utilizzato da chi te l'aveva richiesto, quindi forse l'hai fatto un po' bene, ma fa niente, pensi che l'avrebbe potuto fare chiunque.
Arriva un chiunque, un qualcuno piovuto non si capisce bene nè da dove nè perchè, e si appropria del tuo operato, e lo usa come fosse produzione propria, con il consenso di chi inizialmente te l'aveva commissionato.
Quest'ultimo arrivato, però, del tuo lavoro conosce la forma, non la sostanza, e a ben guardare, non ha neanche le tue capacità artigiane e creative, per cui il tuo prodotto non lo sa utilizzare e valorizzare come meriterebbe; lo svilisce, al massimo gli riesce una sbiadita imitazione.
Lo espone al pubblico, come se fosse in commercio, tentando di venderlo (ovviamente con propria etichetta).
Ma il pubblico, si sa, è vario. La maggior parte va di corsa, non ha tempo per approfondire, per stare troppo a sentire, e se la forma è bella entra e compra distratto, impacchetta e porta via, pensando con granitica certezza di aver fatto un affare.
Poi c'è quello attento, accorto. C'è la crisi e non si può stare a spendere e spandere senza prudenza.
E' quella parte di pubblico che conosce il proprio mestiere, che viaggia, che ogni giorno ascolta voci diverse, che insegue innovazione e tradizioni, contenuti e bellezza, che non si accontenta di una cosa qualunque. Che prima di acquistare, passa in rassegna il prodotto da cima a fondo. Non c'è niente da fare, non c'è inganno che tenga: quello, se non è originale e ben fatto, non compra.
Ieri, con una storica sentenza, il vero Made in Italy ha vinto su falsi e imitazioni, esaltando sè stesso e ricordando al mondo la propria unicità.
L'esempio si conclude qui.
Sono solo delle slide, delle frasi, delle immagini. Salto certe fiere e certi giri di giostra, lasciandovi fare mentre vendete souvenir da turismo globalizzato: il pubblico che acquista il mio lavoro è ben altro, ama la qualità.
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