Da bambina non ho mai avuto una grande propensione per lo sport (adesso invece...).
Ero una di quelle ranocchiette appassionate di libri d'avventura e spiaggia sei mesi all'anno.
Non ero granché neanche in quei giochi tipici da scampagnata, come la pallavvelenata, che anzi non mi piaceva proprio, dopo quella volta che, intorno a 6 anni e si e no 35 kg, una compagnetta alta e larga tre volte me (da notare il "compagnetta") mi tirò una pallonata sullo stomaco di cui ancora ricordo l'impatto.
Oggi con certezza posso dire che non aver imparato il pallavvelenata è stato un grosso errore.
Per chi non lo conoscesse, pallavvelenata è quel gioco in cui quando ricevi la palla non devi tenerla e fare gioco, ma lanciarla subito a qualcun altro. Se avessi imparato a giocare a pallavvelenata, oggi potrei utilizzare sul lavoro quella capacità che utilizzano in tanti, quando arriva la metaforica palla (un problema, una discussione, una dimenticanza) sarei abilissima a passarla ad altri o quanto meno a scansarla.
Devo dire che col tempo sto migliorando, non scanso la palla e non passo la questione ad altri, però sto imparando a riconoscere la pallavvelenata quando si avvicina, quando stanno per passarmela e in qualche modo cerco di prepararmi al colpo...
Probabilmente, ammetto un po' rassegnata, non sarò mai una brava giocatrice a questo gioco (perché di un gioco si tratta): continuerò ad affrontare discussioni e problemi, a sbattere la testa al muro per cercare le soluzioni, prima di passare la palla ad altri.
Questo non rende, però, la vita facile e non è detto che venga sempre apprezzato.
Per cui, consiglio Aggratisse! del giorno, si avvicina pasquetta: dopo panino e salsiccia più vinello, dopo l'uovo e la colomba, dopo la pasta al forno e la schitarrata sotto l'albero, unitevi al gruppone della pallavvelenata, è il momento di fare allenamento!
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