Benvenuti!

13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


domenica 17 aprile 2011

Tutto quello che non è lavoro

Tutto quello che non è lavoro è svegliarsi la mattina e non sapere come trascorrere la giornata, infrangendo sogni già stanchi. Tutto quello che non è lavoro sono alibi, scuse, rimandi.
Sono padri e padrini che non vorresti e che non hai cercato, ma che ti inseguono ovunque, perchè hanno in tasca la soluzione, almeno fino alle prossime elezioni.
Sono pubbliche discussioni su un dramma privato.
Sono salotti da frequentare prendendo un permesso dal lavoro.
Sono famiglie che vedono giustizia per figli, mariti, fratelli morti di lavoro.
Non è lavoro lasciare soli giornalisti coraggiosi e soldati indifesi.
Tutto quello che non è lavoro è far passare per lavoro ciò che fuori da qui, nel mondo, non è considerato lavoro, ma definito volontariato.
Non è lavoro fare i parlamentari due ore a settimana, non è lavoro aspettare i clienti in una bottega riscritta dal sisma con calligrafia stentata. Non è lavoro lasciare le strade incomplete, le piazze vuote e le menti libere solo di espatriare (e spesso neanche quello).
Tutto quello che non è lavoro è l'optional che è diventato il lavoro, è qualcosa per cui offrono consolazione e mai soluzione.
L'assunzione per un mese, l'assenza di sostegni, un welfare per privilegiati: tutto questo non è lavoro.
E dire che è così semplice definire il lavoro: dignità.

5 commenti:

  1. Bellisimo post, Angela. La dignità per le persone. E' l'unico motivo, anzi il principale,per cui ho scelto di fare la giornalista e occuparmi di lavoro. Spero di riuscire a farlo con dignità, anche se a volte agli stessi giornalisti viene messa sotto le scarpe.
    Cristina

    RispondiElimina
  2. Grazie Cristina. Un post un po' duro, però è il riassunto di una settimana davvero particolare: l'esito del processo Thyssenkrupp, il giornalista ucciso a Gaza, il caso della dipendente licenziata in gravidanza... Sono tutte notizie che sul momento ho ascoltato velocemente, ma che si sono stratificate lasciandomi un senso di amarezza... Sono sicura che non metterai mai da parte la tua dignità... Brava!

    RispondiElimina
  3. come diceva Flaiano, la situazione è grave ma non è seria. Prepariamoci ad affrontare il nuovo medioevo dedicando la necessaria durezza a quelli che fanno finta di niente, e l'indispensabile complicità a chi merita il nostro lucido affetto.

    Michele

    RispondiElimina
  4. E io che speravo che il nuovo medioevo stesse già passando...

    RispondiElimina
  5. Ciao Angela, Dovremmo festeggiare il primo maggio a Roma Forte Prenestino. Lì organizzano la festa del non lavoro :) Cmq condividio le tue parole. C'è poco da festeggiare e il mio pensiero non va solo ai giovnai ma sopratutto a quelle persone che si sono suicidate perchè strette dalla morsa, perchè con dignità e sacrificio hanno portato avanti le loro imprese per poi vedersele soffiare via, perchè non hanno sopportato il profondo sconforto di dover licenziare padri di famiglia che a loro volta si sarebbero dovuto trovare in mezzo a una strada. Oggi, primo maggio 2012, il mio pensiero è rivolto a questa persone. E' un cordoglio non una festa!

    RispondiElimina