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13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


lunedì 2 luglio 2012

Per rispetto della privacy

Qualche giorno fa è successo un episodio a lavoro che ho pensato subito fosse da raccontare qui sul blog, troppo divertente!
Ci sono voluti però quattro giorni di riflessione per capire come raccontare di una persona che ha violato la privacy di altre, senza farlo a mia volta... Servirebbero le capacità di uno sceneggiatore, perchè la gag è complessa... Ci provo!
Ufficio, caldo storico-mitologico (nel senso di Scipione e Caronte messi assieme), stanchezza per il lavoro arretrato e insofferenza verso il mondo, o viceversa, tanto è uguale.
Entra il nostro vicino di ufficio, un giovane datato, giovane dentro diciamo, rappresentante di una associazione che opera in ambito socio-sanitario, e prova a fare il simpatico: un po' agita fogli a mo' di ventaglio, un po' sorride e un po' parla. Ma soprattutto straparla.
Ora non ricordo quali e quanti furono i passaggi necessari per arrivare a parlare della salute della collega seduta di fronte a me, ma ricordo benissimo che ha esordito dicendo "io per rispetto della privacy certe cose non posso dirle, però...": però le ha dette, tutte.
La collega era sbalordita, lo guardava domandandosi "non può aver detto questa cosa qua e quell'altra là, e ancora un'altra", mentre lui sciorinava dettagli che era una bellezza!
Non pago e soddisfatto, sapendo da buon volontario che si può sempre dare di più, è passato nella stanza accanto dall'altra mia collega e, brandendo il più profondo senso della privacy, non solo le comunica di essere a conoscenza di certi suoi dettagli medici, ma le dice pure nome, cognome e ospedale di appartenenza di chi gli aveva girato l'informazione! E' stato un momento bellissimo, da vedere: la ragazza esterrefatta che non ha potuto produrre altro che un sorrisino di circostanza e lui in trionfo!
Torna dal primo bersaglio e, sempre nel massimo rispetto della privacy, qualora ci fosse sfuggito qualcosa, inizia ad elencarci tutti i dettagli di cui era a conoscenza, con tanto di commento didascalico e aggiungendo di tanto in tanto un elegantissimo "se vuole una spalla su cui piangere, ci sono qua io".
A questo punto mi domando dove arriveremo e penso sia il caso di fermarlo. Scrivo in chat alla collega: "fa' qualcosa, mandiamolo o non la smette più", lei è disarmata, l'unica cosa che le viene in mente è fingere uno svenimento. In un lampo penso "oddio no, se no questo attacca con altri dettagli connessi allo svenimento" e propongo per una bella randellata sul ginocchio (quello sano, perchè uno ce l'ha mal messo, secondo quanto ci ha detto sfuggendo il suo senso della privacy), ma evidentemente risulto troppo violenta visto che la controproposta della collega è di passare la palla (mai metafora fu tanto appropriata) alla collega dell'altra stanza, la quale secondo me stava già sporgendo denuncia verso quella spia dell'infermiera.
Insomma, scrivo all'altra collega sfoderando un grande classico del diversivo da ufficio: fingi una chiamata per me. Funziona! Fa squillare il telefono e lui magicamente decide sia giunta l'ora di andarsene, offrendo ancora una volta, per chiusura di scena, la spalla su cui piangere.
L'episodio, per il quale ho riso alle lacrime guardando le facce perplesse delle ragazze, mi ha fatto pensare alla vecchia disposizione dell'ufficio, un openspace che, se fosse rimasto tale, a quest'ora l'avremmo dovuto dividere con il banditore, tenendolo così aggiornato, senza minimamente volerlo, su tutto...
Che dire..? W il cartongesso, ha salvato la mia privacy e il suo menisco!

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