Benvenuti!

13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


mercoledì 27 luglio 2011

Pranzo di lavoro - Voi non potete

Voi non potete prendere un numero indefinito (almeno 12) di melanzanine piccole, lasciarle intere scavandole del contenuto, metterlo sotto sale e poi friggerlo, unirlo alla mollica cunzata (di cui ho già parlato in lungo e in largo) e pezzetti di pomodoro, riempirne le melanzanine, tapparle e friggerle, calarle nella salsa di pomodoro con basilico fresco e profumato e lasciarle a cucinarsi molto lentamente.
Voi non potete condire con questo sugo infinitamente buono le pennette appena cotte al dente, mangiandole mischiando pasta e melanzane, no, non potete.
E purtroppo non posso neanch'io, perchè le ho finite e non sono in Sicilia. 

domenica 24 luglio 2011

Aggratisse! - Curriculum formato... me!

Per ribadire la tendenza di Aggratisse! a dare consigli superflui su argomenti fondamentali, oggi si parla di... curriculum!
Lo spunto è (ri)nato dalla lettura di un articolo di Repubblica di qualche giorno fa: http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/07/19/news/curriculum_blog-19304635/index.html?ref=search,
"Addio vecchio curriculum: per un lavoro meglio il blog". In un titolo, una combinazione delle tre parole che hanno fatto nascere 104curriculum: blog, lavoro, curriculum!
Secondo uno studio inglese (ma quanto studiano gli inglesi!? Esce uno studio inglese al giorno su qualsiasi argomento!) un po' ironico un po' serio , il curriculum formato europeo schematico ed omologato non funziona più, meglio personalizzarlo e avere una buona visibilità sui social network.
In linea di massima sono d'accordo con gli inglesi che, d'altra parte, riprendono un assioma difficilmente criticabile e forse neanche tanto nuovo (si sentiva proprio il bisogno di questo studio, che ha rivelato verità scomode e aperto nuove prospettive).
Sulla visibilità della propria immagine online diremo altrove, ora pensiamo al buon vecchio cv.
A me quel "personalizzare il proprio cv" mi pare abbastanza controverso (a-me-mi non si può dire, tantomeno scrivere, a meno che tu non sia Camilleri-che-si-prende-la-licenza-letteraria-per-far-esprimere-i-suoi-personaggi-esattamente-come-parlerebbero-se-fossero-reali. Non sono Camilleri, ma la licenza me la prendo ugualmente).
Con quel personalizzare 'sti genialoni inglesi intendono non tanto di adottare grafiche accattivanti o esprimere al meglio le informazioni contenute, no, loro consigliano di arricchire il proprio cv condendolo di dettagli non proprio reali, esattamente di "arruffianarlo"... Bravi! Bravi gli inglesini! Insegnamo ai ragazzi che a bluffare si vince, bravi!
No ragazzi, no: se lo stage è durato tre mesi, allora è durato tre mesi e si scrive che è durato tre mesi. Se l'azienda era piccola e a conduzione familiare, ma un po' vi spiace scriverlo perchè puntate ad una multinazionale, allora piuttosto che citare br...iefing e br...ainstorming e altre br...utte simili parole, meglio scrivere che eravate così pochi che il principale (bella espressione purtroppo in decadenza) offriva the e biscotti durante gli incontri... Questo si che è personalizzare per non farsi dimenticare!

Personalizzare il cv, per me, significa ad esempio, dare uno spazio ed una visibilità diversa alle informazioni.
Aggratisse! nell'ordine:
1. Se siete neolaureati o cercate un primo lavoro allora le informazioni relative alla formazione vanno in prima pagina, subito dopo i dati anagrafici;
2. Se invece qualche lavoro l'avete già fatto, avete superato i trent'anni e le ragazzine per strada vi chiamano signora/signore, allora no, non è proprio il caso di proporre in prima pagina una laurea vecchia di dieci anni, meglio spostare la formazione in coda e mettere in rilievo le esperienze professionali svolte.
3. Se avete fatto tanti lavoretti diversi, piuttosto che cancellare le voci perchè vi sembrano inutili, cercate di aggregarle creando dei sommari, servirà a fare chiarezza e a presentarvi come flessibili e dinamici.
4. Man mano che il curriculum prenderà corpo, i lavori si succederanno (ottimismo, accadrà!), allora a poco a poco potrete omettere le info meno utili, togliendole in base al destinatario del vostro cv.
5. Via libera a caratteri diversi,colori, intestazione personalizzata, una foto, qualche commento! Insomma si, per una volta ascoltiamo gli inglesi e personalizziamo, ma senza eccedere (a meno che non vi dobbiate candidare ad un posto di grafico creativo).

Non so dare modelli, ma si accettano richieste di pareri...!

PS. Qualche tempo fa si parlò del curriculum geneticamente modificato di qualche ministro, ricordo che fu duramente criticato e per un po' tutto il Paese ci rise sopra. Meditate gente, meditate...
PPS. Da quando ho aperto il blog molte persone, amici e sconosciuti, mi hanno chiesto un post con consigli e la mia opinione sul formato di cv da adottare e su come scrivere un buon cv. Pensavano avrei dato una risposta seria a questa richiesta, pensavano avrei affrontato con competenza e professionalità l'argomento... Come avete potuto leggere, si sbagliavano! Perchè non ho la competenza e la professionalità necessarie per farlo, ma soprattutto, ormai lo sapete, non ho la serietà richiesta...!

mercoledì 20 luglio 2011

Love and work (sequel)

Li ho rivisti ieri sera, sul treno del ritorno. Non li avevo più incontrati da quell'11 maggio in cui erano seduti di fronte a me e ho pensato i loro pensieri e disegnato il loro momento.
Ieri lei era sempre ancora stanca, lui entusiasta. Non so di cosa fosse entusiasta, ma era evidente che lo fosse. Ah no, lo so di cosa era entusiasta, della vita... Lei aspetta un bimbo!
Lei aspetta e lui ingrassa, ma questa non è una rarità, capita a moltissime coppie di lievitare insieme quando lei aspetta.
Anche lei era felice, chiaramente, stanca, ma felice. Ha tagliato i capelli, come fanno molte donne in gravidanza. Dicono sia per praticità, ma un mio amico psichiatra mi ha spiegato che fa parte di un meccanismo inconscio ben noto alla psichiatria e che riporta alla concezione radicata da secoli secondo la quale i capelli lunghi sono uno strumento di seduzione primaria, per cui la donna/madre li taglia pensando sia per praticità, ma in realtà perchè inconsciamente pensa di non averne più bisogno per sedurre (tutto ciò il mio amico psichiatra avrebbe saputo spiegarlo, anzi lo spiegò proprio, molto meglio e usando molte meno parole, bontà sua e dei suoi studi!).
Che belli che erano, anche ieri! Ancora affaticati dal caldo, ancora pendolari del lavoro e della vita, ancora così semplici e così veri, così belli!
Sanno benissimo, si legge nei loro occhi (per quanto dissimulanti d'entusiasmo), che a breve entreranno a pieno diritto nelle famiglie cui questo nostro Paese non offre alcuna assistenza, alcun aiuto, alcun servizio. Sanno benissimo che sarà un saliscendi di suocere (dalla lieve lieve lieve inflessione dell'accento si avverte una certa origine partenopea...) perchè non potranno pagare una babysitter tutti i giorni tutto l'anno, e lei comunque non potrà lasciare per troppo tempo il lavoro o il lavoro lascerà lei.
Sanno benissimo che fra pappe e pannolini se ne andrà un mare di soldi mentre le entrate saranno il solito torrente che rasenta sempre più la secca.
Lei sa benissimo che in questi mesi leggerà consigli inutili da parte di mamme famose e sfrontate nella loro insolenza, che ti dicono come crescere figli e pensare a te stessa, dimenticando di dirti che lavorano in proprio, hanno un marito facoltoso e uno stuolo di babysitter che neanche un nido aziendale (mentre lei sa benissimo che non avrà neanche il nido aziendale).
Sanno benissimo tutto ciò, e io non voglio smorzare il loro entusiasmo richiamando solo aspetti negativi.
Sanno benissimo tutto ciò e sono belli apposta, perchè hanno gli occhi limpidi di entusiasmo e felicità. Quanto ridevano ieri! Ridono alla faccia delle beghe politiche e della crisi sociale, con quella beata felicità senza misura, che niente e nessuno, per quanto stupido e potente, potrà intaccare.
Auguri ragazzi!

venerdì 15 luglio 2011

Tu o Lei?

Tu - con i capelli corti, jeans e zainetto tipo studente, Lei - gonna e tacchi.
Tu - se stai zitta in un angolo, Lei - quando dimostri di avere qualcosa da dire.
Lei - se parli di questioni troppo alte, tu - se parli di contatti che vorrebbero raggiungere.
Lei - gli alunni di terza che ti vedono come una anzianotta, tu - che ogni tanto scappa agli alunni di prima che ti chiamano come la maestra.
Tu - se corri a prendere la metro con mille cose in mano, Lei - quando leggi un libro in tram.
Tu - quando sentono al telefono una voce da ragazzina, Lei - quando leggono il curriculum.
Lei - fino a quando mi osservavano a vista per capire se ero la collaboratrice giusta, Tu - adesso che risolvo mille problemi.
Tu - fino a quando dicevo si, Lei - da quando sono iniziati i no.
Lei - per le cene di lavoro, Tu - quando vai a scarpinare per riunioni in posti impensabili.
Lei - fino a quando non riesci a strappare una risata, tu - fino a quando non dici qualcosa che li metta in gioco.
Non ci ha pensato Lei? Tanto ci pensi tu!

Tu o Lei misurano ancora il grado di professionalità che il contesto intorno a te ti assegna?
Cambio mille volte nell'arco della giornata, specchiata nella percezione sempre diversa di chi mi sta davanti.
In ogni caso, anche se a volte denota disistima, preferisco sempre il tu, "la dott.ssa" non si volta mai, "Angela" è un lasciapassare per la mia attenzione!

sabato 9 luglio 2011

Ma tu che lavoro fai? - Parte II

La settimana scorsa mi sono arrivate le bozze di una monografia che ho in pre-stampa e di un articolo da inserire in un volume di atti di un convegno al quale ho partecipato tempo fa.
Ieri, invece, sono tornata a casa a parlare di casa, cioè sono tornata all'Università di Messina per presentare ad un convegno un progetto su Savoca, il mio bel paesello di residenza, al quale lavoro come consulente archeologo.
Tutto questo per dire, in sostanza, che per lavoro io studio, mi occupo di ricerca.
Ehm, chiaramente non faccio saltare in aria laboratori con esperimenti chimici che non riuscirebbero mai, data la mia innata tendenza alla distrazione, nè sto lì ore ed ore a cercare di capire come fa a galleggiare un corpo immerso in un liquido, e non voglio neanche sapere com'è che vola l'aereo che prenderò (Etna permettendo!) domani.
Mi occupo di ricerca scientifica in campo umanistico.
Il meccanismo è semplice: ci sono state anni fa un'istituzione, un'università, una fondazione, un'agenzia europea che a turno hanno investito su di me, ritenendo fosse utile pagare per farmi continuare a studiare anche finita l'università. E questo di per sè già costituisce lavoro, qualcuno ti paga non per fare belle acconciature, non per difenderlo in tribunale, non perchè vendi frutta buonissima o tinteggi pareti che manco Leonardo, ma per studiare. Non è meraviglioso!?
Anche adesso questo è il mio lavoro, ora che committenti vari, che sanno che ho studiato tanto tanto tanto, mi cercano perchè studi ancora di più, magari su argomenti specifici. E così mi è stato chiesto di studiare non solo monetine e muri antichi, ma anche bandi  per l'energia e il management nel settore agroalimentare... E ho imparato cose diverse, delle quali mai pensavo mi sarei interessata (io e i catalizzatori esausti cosa avremmo in comune adesso, se non l'essere esausti!?)...
E così rispondo alla domanda di cui sopra: è meraviglioso!

P.S. Ovviamente studiare non è un lavoro, vero, noooo, ci mancherebbe! Come si potrebbe pensare che stare ore chiusi in un laboratorio o in una biblioteca sia un lavoro? No, solo ti passi il tempo! D'altra parte, se fosse un lavoro vero e prestigioso sarebbe ben remunerato, porterebbe delle tutele, i contratti sarebbero più tipici di un buon formaggio altoatesino, darebbe credito e ascolto da parte di tutti.
Fortunatamente, non trattandosi di un lavoro vero, tutto questo non accade. Fortunatamente la protesta dei ricercatori ha avuto pochi giorni di visibilità sui media e non grande seguito; la nostra classe dirigente tutta fortunatamente non ascolta i suggerimenti di chi studia da anni a proposito di nuove tecnologie, di energia, di ambiente, di lavoro, di dinamiche sociali, di medicina, di beni culturali e fortunatamente si affida ad una forsennata improvvisazione.
Fortunatamente faccio anche un altro lavoro, altrimenti non sarei qui a raccontarvi quanto è bello fare ricerca, ma me ne andrei di corsa a cercare qualcosa di più stabile e duraturo.