Benvenuti!

13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


mercoledì 31 agosto 2011

Quando parliamo di lavoro

Ultimamente faccio fatica a capire di cosa parliamo quando diciamo di parlare di lavoro.
L'argomento è sempre molto attuale in Italia, in particolare all'altezza delle lettere L ed O, ovvero inizio e fine percorso lavorativo.
In questi giorni è più in auge l'argomento dopo-lavoro, ma non quella bella attività, sana e spontanea, dei ferrovieri, che dopo otto ore di turno massacrante hanno ancora voglia di fermarsi in stazione ad inventarsi qualcosa di creativo. No, si parla di dopo-lavoro, ovvero pensioni. Insomma, per affrontare la riforma del lavoro si comincia dalla fine, dalle pensioni... Se lo dicono a Steve Jobs, con la sua bella mente lucida ed analitica, ride da oggi fino a domani (quindi qualcuno per favore glielo dica, almeno gli diamo un po' di sollievo in un momento difficile).
Io quindi mi domando: non sarebbe meglio parlare di lavoro cominciando dall'inizio?
Forse dovremmo pensare ad una riforma globale che renda il mondo del lavoro (non chiamiamolo "mercato del lavoro", così freddo e riduttivo) realmente accessibile e più vicino ai giovani, e poi da lì studiare percorsi nuovi che conducano fino alla pensione. Per quel che possa valere la mia opinione, secondo me andrebbero sostenute ed incoraggiate tutte quelle iniziative in favore della flessibilità, dalla possibilità di orari differenziati a quella di lavorare anche non in ufficio (quando il tipo di lavoro lo permette), creare micro-gruppi di tre-quattro colleghi che debbano garantire obiettivi ed un monte ore totale, ma che possano poi organizzarsi autonomamente il lavoro al loro interno, e così via. Tutte iniziative, insomma, che realmente permettano di avviarsi al lavoro senza prendere la classica tranvata costituita da salto nel vuoto con triplo avvitamento, cioè: 1) capo inflessibile, 2) colleghi str...; 3) compenso misero!
Io inoltre mi domando: non è forse il caso che a parlare di regole di lavoro che cambiano siano quelli che a tali regole dovranno sottostare?
Ma cosa ne sanno 70enni imbolsiti da privilegi e diritti acquisiti, di cosa voglia dire lavorare senza tutele, senza previdenza, senza prospettive! Ma cosa ne sanno 40enni ereditieri che in fabbrica non hanno passato neanche un giorno, che alla catena di montaggio non sono passati neanche per gli auguri di Natale! Ma cosa ne sanno politici in mano ai palazzinari e palazzinari di politici di come si sta appesi per ore ad un ponteggio più precario... Il movimento "Forchette Rotte" (http://www.forchetterotte.it/)  a Palermo sta facendo piccoli miracoli, tipo portare la regione a prorogare un bando troppo estivo: ma che lavoro fa realmente chi quel bando l'ha scritto ed emanato? Perchè dobbiamo parlare di miracoli, quando parliamo di lavoro?
Pressapochismo, leggerezza, approssimazione... Questo c'è quando parliamo di lavoro!
E alla fine ancora mi domando: ma quando cominciamo veramente a parlare di lavoro!? 

lunedì 29 agosto 2011

Pranzo di lavoro - Ieri eravate a dieta

Ieri eravate a dieta, per cui avrete mangiato verdure cotte.
Oggi non lo siete più, per cui prendete gli avanzi di quelle verdure, qualcosa tipo cavolfiore e carciofi, e fatele a pezzi (pezzettoni). Prendete due ciotole e sbatteteci dentro un uovo, uno per ciotola... Sale e pepe ed in una versate i carciofi, nell'altra il cavolfiore. Per arrivare a delle belle frittelline non resta che... friggere!
Come condimento l'ideale è un'insalata forte, radicchio o pomodori.
è scientificamente dimostrato che mangiandone alternativamente una di cavolfiore ed una di carciofi, il procedere binario del gusto dolce e di quello amorostico annulla qualsiasi senso di colpa rispetto all'infrazione della dieta del giorno prima.
Si può anche fare la gara con i colleghi a chi riesce a mangiarne di più: in questo caso preparatene tante!
Buon appetito!

martedì 23 agosto 2011

Se questa è la ripresa...

Pagine e pagine di giornali e sul web dedicate allo stress da rientro, a dare consigli più inutili dei miei su come affrontare l'ansia da ripresa lavori, il supplizio delle foto di vacanza dei colleghi e il grigiore della città dopo tanto splendente blu di montagna riflessa nel cielo e verde di mare sconfinato.
Molta di questa inutilità è poi dedicata ai consigli per affrontare il grande caldo di questi giorni, nulla di nuovo rispetto ai suggerimenti del 2003 o ancora prima (in buona sostanza: bere tanta acqua, mangiare frutta e verdura, non uscire nelle ore calde e indossare abiti leggeri. Se trovate qualcuno che suggerisce di bere alcol, di indossare una pelliccia viola leopardata e uscire alle due di notte con gli occhiali da sole fate pure perchè potreste divertirvi molto, ma sappiate che è il medico di Mick Jagger).
Per tutti noi, quindi, 2 cappe calorosamente avvolgenti: afa ed inutilità.
Sarebbe superfluo perciò raccontare di Angela al lavoro ieri e oggi: un po' di caldo in ufficio, colleghi abbronzati, facce rilassate e buoni propositi, niente da aggiungere, come per tutti.
Se non fosse che l'impianto dell'aria condizionata in ufficio si è rotta un mese fa (e mi sono rotta anch'io, e anche le mie colleghe) e si è accumulato un tale caldo che lunedì è scattato l'allarme antincendio! Da non crederci!
Ovviamente non si aggiusta l'impianto, no, troppa fatica, meglio far pellegrinare le malcapitate per uffici ospitali elemosinando angoli di scrivania: sembriamo tre Linus con pc portatili, cavi di connessione e faldoni di carte al posto della rassicurante copertina...
Se vi è capitato di peggio, raccontate pure!

giovedì 18 agosto 2011

Il vero Capodanno

A quanto pare il vero Capodanno è Ferragosto.
Sei in vacanza, ma pensi al rientro, il clima è nettamente stagionalizzato e desideri che si passi presto all'altro estremo, le riviste ti propongono vestiti adatti a mesi lontani, ovunque in giro leggi e senti di persone che fanno il bilancio dell'anno trascorso e si preparano per quello nuovo, con tanti buoni propositi per ricominciare a fare ciò che facevano o avviare nuove attività.
Mi muovo nella media, nella confortante massa (Angela perfetto pubblico da mass-media, ndr) e mi ritrovo a riflettere sul passato e sorridere al futuro.
Il pensiero sul passato, su quest'anno trascorso è complesso, articolato: ho cambiato città, lavoro, orari, alimentazione (purtroppo), colleghi. Gli amici non li ho cambiati, perchè quelli restano tali anche senza essere insieme, però ne ho trovato alcuni nuovi, regalati dalle mille novità nelle quali mi sono lanciata, mentre altri li ho ritrovati, restituiti da un passato naturalizzato presente dalla tecnologia. Non ho cambiato l'impazienza applicata a tutto e l'incostanza applicata alla palestra.
Il sorriso al futuro invece è quello di sempre: storto e irregolare, spontaneo, innato; semplice, ma non facile, ora che ci stanno costruendo un presente prossimo da evitare accuratamente, zeppo di vecchie novità: ci si deve abituare alla precarietà, al far da sè, all'arte di arrangiarsi; le donne avranno minori possibilità di far carriera (e comunque saranno sempre meno retribuite rispetto agli uomini). A queste si aggiungono nuove verità (o aspiranti tali): alcuni emeriti studiosi dicono che è più facile affermarsi e far carriera se si è antipatici e distaccati; altri emeriti studiosi sostengono che ai nostri giorni il guadagno è direttamente proporzionale alla bellezza: in altre parole, più si è belli più si guadagna, che non varrebbe solo se si fa la modella o quell'altra attività, ma anche per i lavori più comuni tipo panettiere e avvocato. Gli emeriti di cui sopra, è evidente, fanno scattare una preoccupata risata... Rido si, ma se avessero ragione loro?
Ora parliamo di sorriso al futuro, ma mettetevi nei miei panni: bassina, rotondetta, comica fino all'esilarante... Che ... c'avrò da ridere!?

martedì 9 agosto 2011

Per lavoro ad agosto

Per lavoro ad agosto si cercano sponsor (e magari qualcuno, per sfinimento, qualcosa sgancia)!
Si seguono bandi e si propongono progetti, si organizzano eventi e si preparano associazioni.
Per lavoro ad agosto si partecipa ad incontri e riunioni e si sorride, anche senza voglia.
Si riordinano lentamente tutte quelle cataste informi di documenti che contengono mondi paralleli (bilanci, conti, contratti, biglietti di concerti, ricette, disegni dei figli dei colleghi, quel file tanto cercato ma che ormai non serve più... Mancano solo fogli unti fra due fette di mortadella e poi c'è tutto)!
Per lavoro ad agosto non si guardano le foto degli amici al mare, altrimenti diventa "valle-di-lacrime-ad-agosto", e si finge siano ognuno dietro una scrivania. Si può però pensare a quando ci si troverà in ferie a settembre... Non conviene, per lavoro ad agosto, neanche pensare al fresco della montagna, no non conviene, con 36 gradi in città.
Ricordarsi, per lavoro ad agosto, quant'è bella la città quasi vuota, che finalmente si può camminare senza fretta, girare per viuzze e negozi senza ressa, scoprire nuovi locali da ripassarci in autunno.
Si solidarizza ancor di più con chi il lavoro lo sta cercando, perché - sia gennaio, agosto o novembre - lavorare è sempre un onorevole diritto ma di questi tempi, purtroppo, diventa spesso un privilegio.

Per lavoro ad agosto si cerca qualche corso da seguire a settembre, perché per lavorare non bisogna smettere di studiare.

Per lavoro ad agosto si cerca di fare le cose più carine del proprio lavoro, perché ok, bella la città, la tranquillità e le vacanze che arriveranno, ma la verità è che... Voglia di lavorare non ce n'è proprio!

venerdì 5 agosto 2011

Italia e nuvole

In Italia è notte, è ancora notte alle 9 del mattino.
Ci muoviamo come quando si è al buio, senza distinguere le forme, gli oggetti e le persone, sbattiamo l'uno contro l'altro, cerchiamo una strada alla cieca; nessuno sa bene dove andare, cosa fare, cosa lo aspetta nella prossima mezz'ora.
Gli occhi degli amici sembrano sospettosi, le mosse sono furtive, tutto è ombra nell'ombra. Siamo tutti così perplessi, che anche quando arriverà la luce ci troverà impreparati, che andiamo a tentoni su e giù perché ancora non ci sapremo muovere.
In Italia è notte, è ancora notte.
Tutto è informe nel buio. Io riesco a distinguere solo i ragazzi come me, giovani non più giovani dal futuro già anziano. Una nuvola nell'ombra, già dimenticati, sovrastati da altri problemi. Distinguo le famiglie con i figli appesi al collo e gli anziani sulle spalle, tanti Enea che si fanno carico dei propri padri. Distinguo titoli su titoli, accumulati con belle speranze. Distinguo la forza e la speranza, il sacrificio ed il sorriso, la sveglia la mattina presto e le nottate sui libri, il discount e il bricolage, le biciclette e i passeggini, la tecnologia e l'ecologia.
Li distinguo perché quella nuvola è bianca, luminosa, esplosiva. Si muove, si allarga e, nonostante il buio, sorride.
Si muove e cerca di trascinare tutto il resto, di andare avanti, di attirare e trasmettere energia, innovazione e forza.
Non è autosufficiente, non può resistere all'infinito. Ha bisogno di sostegno e di fiducia, ha bisogno d'aria e d'acqua per spumeggiare e crescere.
Non lasciateci soli nella nostra nuvola, non trascinateci nel vostro buio.

mercoledì 3 agosto 2011

Pranzo di lavoro - C'è sempre lei

Prendetene una di medie dimensioni, lavatele la buccia e infornatela per circa un'ora.
Lasciatela raffreddare, sbucciatela, tagliatela a pezzettini e conditela con sale, aglio tritato fine fine fine, origano e olio. Lasciatela lì a riposare, tiepida è ottima, ma a temperatura ambiente è perfetta!
Se siete stati bravi (la ricetta è effettivamente difficile, non me ne voglia Sava, grande cuoca di http://pentolapvessione.wordpress.com/), avrete ottenuto un impasto morbido e buonissimo, da spalmare sui tristi cracker che tenete nel cassetto: li mangereste nervosamente pensando a colleghi e amici in ferie, mentre conditi così vi fanno dimenticare spiagge assolate e paesaggi di montagna!
...
Non posso credere che non abbiate ancora capito di cosa stiamo parlando... La protagonista assoluta! Lei, una bella melanzana!

martedì 2 agosto 2011

Ma tu che lavoro fai? - Parte III

Il mio è un lavoro a progetto.
Una sola semplice frase dai molteplici significati, come spesso accade con la lingua italiana, che ti permette di dire tutto usando due parole o niente scrivendo pagine e pagine, di essere compreso fra metafore e figure retoriche e frainteso quando parli semplicemente, che ti permette di smentire ed affermare utilizzando sempre le stesse parole... Ah, la lingua dei mercanti e dei poeti!
Mercanti di lavoro e poeti nelle intenzioni, posso dirvi che "il mio è un lavoro a progetto".
Potrei voler dire, cioè, che saltello da un contratto a progetto ad un altro, vivo fra Co.Co.Pro., strane creature dell'universo lavorativo, veri e propri freak contrattuali: si ostinano a chiamarli contratti atipici, ma cosa è rimasto in Italia di più tipico di un Co.Co.Pro.? Un vero simbolo generazionale, fra i 25 e i 35 tutti ne abbiamo o ne abbiamo avuto almeno uno!
In questo caso, comunque, voglio dire che il mio lavoro è scrivere progetti, che non significa, come ho già detto, che faccio l'architetto nè ingegnere.
Scrivere progetti significa dare una forma fattibile alle idee, comporle parte per parte. Vuol dire avere una visione prospettica su una determinata situazione, su un oggetto, un tema, un territorio e proporla in maniera articolata e convincente. Vuol dire mettere in gioco il proprio entusiasmo e attirare quello degli altri.
Talvolta può capitare anche di gestire i progetti che ho scritto o che hanno scritto altri, ovviamente se sono stati finanziati.
Dalla progettazione alla realizzazione tutto cambia: improvvisamente entrano in gioco dinamiche che nulla hanno a che vedere con il progetto stesso, si devono cercare gli alleati e capire chi sono i detrattori, bisogna armarsi di pazienza per spiegare e rispiegare, aspettare, attendere e aspettare.
Ti trovi in riunioni con lanciatori di nebbie e raccoglitori di dubbi, con menti belle come altopiani alpini o chiuse come valli strette, con giovani che stentano a modernizzarsi e anziani che vogliono collaborare.
Quintessenza della precarietà, è vero, però non è anche bello cambiare ogni volta colleghi e referenti...?
...Soprattutto se oggi mi levate davanti velocemente queste specie di mulini a vento!