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13/104 è il numero magico, e ora? E ora è tutto da scoprire, sicuramente il meglio arriva da adesso in poi... Buona lettura!


mercoledì 4 marzo 2015

Come me nessuno mai

Avverrà, in un futuro non tanto remoto, che il mio stesso blog - che ha una sua identità e sensibilità tutta propria e autonoma da me - mi ripudierà.
Avverrà quando gli rivelerò quanto adesso rivelo a voi: io, la promotrice del curriculum ben fatto, la paladina del ponderare cosa inserire e cosa omettere, io che ricostruisco percorsi di vita da appunti mandati su whatsapp... Ebbene si, io questa io, ho dimenticato di inserire nel mio curriculum un intero anno di lavoro!
Il momento in cui me ne sono accorta è stato come una rivelazione: ho alzato gli occhi e ho detto a mezza voce: "ma io ho fatto anche la tutor, o sbaglio?". Non sbagliavo... Ma come si fa a dimenticare di inserire nel curriculum un intero anno di lavoro!? Chi altri potrebbe...!?
Riordiniamo, per chi non conosce la storia in dettaglio: nel lontano 2006 ho lavorato come tutor ad un master universitario che riguardava l'accessibilità dei beni e dei siti di interesse culturale.
Dunque, in estrema sintesi, un ruolo importante (tutor ad un master accademico) su un tema di grande interesse sia per il mio lavoro, che per passione personale.
Come se non bastasse, è stato pure un anno bellissimo! Con studenti, docenti e collega tutor (soprannominato "il collega") si era creato un gruppo armonioso, divertentissimo! Competenze, caratteri e ruoli diversi non ci hanno mai separato, ma unito sempre di più col passare dei mesi.
Eppure, di tutta questa bellezza non c'è stata traccia nel mio curriculum per anni.
Non volendo addentrarmi in analisi psicologiche per scoprire chissà quale trauma infantile, preferisco non chiedermi perchè l'abbia dimenticato; i "perchè?" e i "come?" affollano già troppo le mie giornate per avere spazio per aggiungerne un altro. Adesso ho rimediato e felicemente guardo avanti.
A cosa serve, dunque, questo post, se non mi fa riflettere su di me e capire cosa ho fatto?
Serve intanto a farmi ridere di me stessa, ricordandomi quindi che l'autoironia alleggerisce tutto, e serve da promemoria - o meglio, chiamiamola con il suo nome: giustificazione - per tutti voi amici cari, che mi guardate stupiti quando non ricordo nomi, facce, ruoli, date, aneddoti: non è snobismo da pseudo intellettuale. Semplicemente aveva ragione un mio caro amico che tanti anni fa mi disse: "Angela, tu sei sempre altro, sei sempre altrove".
Sono una persona molto distratta, anche se sembro attenta!